Sciopero generale: Fassina contro Draghi

Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil è una decisione dolorosa, ma comprensibile. Il Governo Draghi interpreta in modo rituale il dialogo sociale, come osserva in modo formalistico il dettato costituzionale nel rapporto con il Parlamento. Su temi fondamentali, dalla sempre più diffusa precarizzazione del lavoro, alle delocalizzazioni, alle pensioni, al Disegno di Legge per la concorrenza e, da ultimo, al caro bollette è immobile, approva provvedimenti inadeguati o fa scelte in contraddizione con gli interessi di lavoratrici e lavoratori.
La decisione di Cgil e Uil è comprensibile. Ma è anche dolorosa perché è un messaggio chiaro al centrosinistra e al M5S: segnala inequivocabilmente la solitudine del lavoro e la profonda insoddisfazione per come abbiamo rappresentato il lavoro e la sua sofferenza nella maggioranza a sostegno del Governo Draghi. Il Presidente del Consiglio dovrebbe tentare di recuperare il rapporto con l’universo del lavoro più in difficoltà e così evitare lo sciopero generale: ad esempio, potrebbe proporre un intervento sostanzioso ed adeguato contro l’impennata delle bollette, un onere insostenibile per milioni di famiglie. Stefano Fassina si sfoga in questi termini con l’esecutivo al potere.

Il dramma della chiusura Whirpool di Napoli invece, sta apparentemente trovando sponda e proseliti nel mondo del lavoro dipendente italiano, in maniera trasversale dal punto di vista territoriale.

I sindacati principali stanno subendo critiche e denigrazioni da parte di giovani e meno giovani che fino a pochi lustri fa li sostenevano. Il settore televisivo e mediatico tradizionale fronteggia una irreversibile crisi di ascolti che si configura con l’emigrazione del pubblico giovanile e quello non ancora anziano, verso vettori d’informazione e produzione artistica e televisiva, informatici e totalmente anticonformisti e polemici con il sistema narrativo classico e promosso costantemente da politica ed inserzionisti.Cravatte artigianali con nodo fisso e chiusura a gancio nel link sotto https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/




Trieste in fase di sgretolamento

Su Trieste si installa lo spartiacque tra l’Italia del passato e quella del futuro, in una sorta di ribellione permanente dei portuali che hanno coadiuvato innumerevoli italiani che vi si sono recati per unirsi ad una protesta che dal Green Pass sfocia su tutto e tange una dovizia di altri problemi. Manifestazione permanente e pacifica, quella di Triste, replicata dai lavoratori portuali di Genova che aborriscono il Green Pass alla luce della percentuali di vaccinati in italia superiore all’80%. Lo spartiacque di Trieste tra Italia del passato e quella del futuro riguarda l’anelito del popolo raccolto a manifestare, di rispolverare diritti economici, investimenti, politica, che hanno piazzato l’Italia nell’olimpo delle potenze economiche e culturali del mondo, ed il presente e futuro che prescrivono per l’Italia ulteriori cesure alla spesa, aumenti di tasse, oltre al mantenimento della mascherina, alla attestata contagiosita’ dei vaccinati Covid ed allo stallo economico che vede salari es assunzioni in calo.

Impazza un messaggio da parte degli organizzatori della manifestazione di Trieste i qualo auspicano e reclamano nuovi innesti di persone che non facciano sfoltire la piazza. In cambio offrono viveri bevande ed ospitalita’ presso le tende. Tuttavia gli organizzatori esortano a portare coperte, scorte di cibo, bevande e tende finalizzate al prosieguo della protesta. Ora spunta anche un documento redatto per i portuali di Triste che asseriscono di voler proseguire la manifestazione fino al 30 di ottobre, opponendosi alla discriminazione fra lavoratori attuata, a loro detta, dal disegno di legge sul Green Pass, che non avrebbe nulla a che vedere con la salute pubblica e la lotta al Covid.

Solidarieta’ ai lavoratori di Trieste, agli italiani ed ai manifestanti del mondo intero contro il Green Pass arrivano dal cardinale Vigano’, il quale esorta tutti a confederarsi e rimanere in contatto con gruppi di resistenza stranieri, per glissare l’obbligo vaccinale ma anche il mero reddito di cittadinanza, che sarebbe una misura propedeutica allo sgretolamento economico ed alla ricattabilita’ dei lavoratori, in connubio con il chip sottocutaneo che sarebbe integrato alle carte di credito, al reddito di cittadinanza nonche’ tutto ridimensionato o eliminato in caso di fronda cittadino al sistema politico ed ecomomico imperante. Cio’ sulle base che il Green Pass sarebbe pensato per non scomparire piu’.

Vigano’ nell’ultima apparizione video ha esecrato il papa per il sostegno indefesso ai vaccini ed ai piani gender ed ecoclimatici di “finta” inclusivita’, in quanto non tollerano ne’ permettono il dissenso; ma sopratutto Vigano’ si e’ scagliato contro la statua di Molock, re degli spiriti malvagi e mangiatore di bambini, che da qualche anno si erge al Colosseo, contro l’opera “Le porte dell’Inferno” piazzata al Quirinale e contro la “giornata della bestemmia” che e’ stata promossa a Napoli ufficialmente per suffragare liberta’ di opinione ed espressione. L’alto prelato ha parlato in modo lapalissiano di demoni attaccando la massoneria ed il papa medesimo, che ha lodato la religione terrena del Pachamama di cui campeggia la statua in Vaticano, e definendo la giornata della bestemmia come parte di un’esemble di opere pubbliche anticristiche, blasfeme e profane da perseguire con unione, organizzazionr e preghiere al Padre Nostro




Blocco Facebook-Instagram-Whatsapp: panico in borsa e giubilo

I media digitali di matrice californiana come Facebook, Instagram, Whatsapp hanno ieri subito un blocco duraturo a livello globale che ne ha causato ingenti perdite in borsa. Ad essi hanno fatto corollario anche Apple e Microsoft con un sesquipedale balzo in avanti della russa Telegram, che ha registrato un picco di nuove iscrizioni fautrice di un blocco provvisorio anche di essa. Tuttavia c’e’ stato giubilo da parte dei seguaci di Trump e quanti tra imprese, politici e giornalisti, si sentono danneggiati e limitati dall’egemonia di tali mezzi che esercitano un monopolio in grado di influenzare le scelte politiche, dirigere gli investimenti, gli acquisti ed obbliare personaggi e valori scomodi come Trump ed il cattolicesimo o la famiglia tradizionale binariamente a sovranita’ monetaria e finanziamenti senza debiti.

Se Trump sta richiedendo ai giudici federali la riammissione su Twitter, in cui impazzano i messaggi dei talebani, il loro vanto e le loro invettive antioccidentali, si slatentizzano molteplici dichiarazioni di ex dipendenti delle principali societa’ informatiche incentrate sul famigerato progetto Blu Bean con l’intelligenza artificiale con cui testualmente:”Stanno creando dio”. Ma anche e’ comparsa una compravendita di dati personali di utenti Facebook completi di nome ed ogni informazione in filigrana, con pirati informatici a dileggiare Big Tech con pacchetti da 30 € per 30000 utenti.

Da un lato fonti relegate ai margini della denigrazione giornalistica definiscono il blocco di Big Tech come un’opera di repulisti dall’interno di programmatori melliflui, tuttavia non si hanno prove inconfutabili di cio’, se non nel potere di tali organi informatici, di recidere artificialmente visite e remunerazioni di personaggi sgraditi o temuti. Ad ogni modo adesso ogni blocco di sistema ai principali social e’ stato dipanato e tutto sembra fluire come prima. Riguardo operazioni di censura e costrizioni ad allinearsi alla narrativa pandemica, Big Tech sfuggono ad ogni regolamentazione. Tuttavia, essendo essi posseduti da Blackrock e Vanguard che a loro volta posseggono Big Pharma e gli inserzionistu delle mere big Tech, il conflitto di interessi e’ lapalissiano.




Penale e liberta’ social nei post privati

Non è che da napoletano intenda perseguire legalmente coloro, connazionali del nord, che immettano innumerevoli, dei post di carattere scoptico sui propri prifili social, verso gli italiani del sud.

Il tema di ogni forma di razzismo ed odio è opportuno venga punito ovunque, ma non sui propri profili social, in quanto essi sono spazi assolutamente privati, i cui contenuti vanno condivisi assieme ad amici e conoscenti. Altrimenti censura e controllo politico diverrebbero opprimenti ed esiziali. Tuttavia in una fattispecie di attività informatica di comunicazione, ossia le pagine pubbliche, le punizioni pecuniarie e legali, financo alla censura, in caso di reati di tipo razzista, spargimento di edio, esortazione a suicidi tipo Tik Tok, reati, violenze ed uccisioni, sarebbero più che ortodossi. In quanto le pagine social rappresentano pubblici strumenti di lavoro, e alla stregua dei cori da stadio, striscioni nei luoghi pubblici, sono e devono essere sottoposti a supervisione legale.

Nell’universo degli avatar personali su Facebook e similari invece, il legislatore dovrebbe omettere ogni intervento e controllo giuridico, in assonanza alle libertà prescritte dalla Costituzione e dal Codice di Norimberga. Infatti sebbene i governi siano autorizzati a penetrare le vite di ciascuno in ogni ambito, anche social, lo debbono fare solo in causo di indagini giuridiche, senza invadere la sfera dei discorsi personali, dei profili privati.

Non è lecito aprire indagini su privati in base alle loro pubblicazioni internet dai profili privati, alla stessa stregua che dalle proprie esclamazioni in osteria o negli altri luoghi pubblici. Se Tik Tok non è sta limitata o chiusa o ingentissimamente multata in seguito ai reiterati casi di suicidi verso minori, censurare o multare o peggio incarcerare soggetti privati sui loro profili privati risulta un pernicioso prodromo di dittatura. Che Trump sia stato oscurato dai social per affermazioni politiche di tipo informativo e senza effettivamente fomentare l’odio, sarebbe comunque indiziabile al limite di azioni poliziesche in quanto egli comunicava da una pagina pubblica seguita da milioni di accoliti, anzichè dal profilo privato in cui sono ammissibili 5000 amici. Se avesse comunicato, Trump, solo con ques’ultimi, non sarebbe comunque stato passibile di nulla in base alle leggi di buon senso.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Ragazza uccisa e “questione musulmana”

Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”. E’ in una testimonianza del fratello minorenne della ragazza la possibile modalità dell’uccisione di Saman Abbas, ad opera dello zio Hasnain Danish, attualmente ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia.

Danish avrebbe “pianto molto” e minacciato il fratello “di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione”. Non avrebbe detto invece nulla su dove è stato nascosto il corpo. La notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, sempre secondo la testimonianza, lo zio avrebbe detto ai genitori: “Ora andate in casa. ora ci penso io”. 

Hasnain Danish, lo zio di Saman Abbas, ha confessato al fratello minorenne di lei di averla uccisa, ma non gli ha voluto dire dove ha nascosto il corpo. La testimonianza è ritenuta dal Gip “piena prova indiziaria” della responsabilità dello zio nell’omicidio e il giovane, ora in una comunità protetta, “particolarmente credibile”. Del corpo “io gliel’ho chiesto – ha raccontato – in quanto volevo abbracciarla un’ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire”. Sempre il giovane ha raccontato della reazione del padre, al rientro dello zio: “Si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella”. 

La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia in carcere del Gip di Reggio Emilia per cinque indagati, padre, madre, zio e due cugini della ragazza. Saman e i genitori, è stato ricostruito, hanno urlato, lei li ha insultati: “Dammi i documenti”, ha detto la ragazza al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via e non sposare qualcuno. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il padre allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio poi è tornato, dicendo che tutto era sistemato. 

La Procura di Reggio Emilia contesta la premeditazione ai cinque indagati per l’omicidio di Saman Abbas
, la ragazza 18enne di origine pakistana scomparsa dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio combinato un connazionale in patria. Lo ha confermato la procuratrice Isabella Chiesi. Indagati sono i genitori, due cugini e uno zio. Quanto al fatto che quest’ultimo sia ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Chiesi si è limitata a dire: “Difficile sapere adesso chi è l’esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalità”. 

La Procura è ottimista sulla possibilità di trovare il corpo di Saman, nei campi di Novellara. Lo ha spiegato la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Condizioni meteo permettendo, da domani si partirà con l’utilizzo di un elettromagnetometro. “Io penso – ha detto Chiesi – che un mese sia un periodo che consente di trovare” i resti con “strumenti che danno conto della discontinuità del terreno”. 

Tre persone vestite con abiti scuri che camminano, distanti l’una dall’altra, una imbracciando una pala, un’altra un secchio con un sacchetto e un altro un attrezzo. E’ quanto si vede nel frame, diffuso dagli inquirenti, del filmato girato intorno alle 19.30 del 29 aprile vicino alla casa di Saman Abbas. Secondo gli investigatori i tre uomini ripresi sarebbero lo zio della ragazza pachistana scomparsa e due cugini, che stavano andando a scavare la fossa per la giovane, scomparsa il giorno successivo da Novellara (Reggio Emilia), dopo essersi opposta a un matrimonio combinato. Con l’accusa di aver ucciso la 18enne sono indagati i tre parenti e i due genitori, che sono rientrati in Pakistan. Uno dei cugini è stato fermato in Francia nei giorni scorsi e si attende che venga consegnato alle autorità italiane.

Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa, che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c’è la ragazza”. Lo ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio, e di averla sentita. 

In questo contesto così equivoco specialmente in Italia, regnano mistificazione, xenofobia eterodiretta, sconquassi famigliari e guerre di religione, cultura, economia, tradizioni e autorita’, relative alla “questione immigrazionale” ormai; cui spetta agli stati nazionali e continentali rimediare. Risolvere le problematiche relative alla globalizzazione ed immigrazione degradate richiede l’astensione da pratiche turbolenti di depauperamento delle terre natie degli immigrati, il sostegno economico diffuso per italiani ed immigrati, propedeutico a fenomeni di radicazione e progressiva assimilazione culturale e religiosa.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Politica servizi segreti e nucleare

 

Dal resoconto di interviste e dichiarazioni intrecciate ad esponenti dell’intelligence italiana, su Byoblu, emerge un dato di fatto: l’Europa non esiste, giacchè i servizi segreti operano a tutela degli interessi dei propri paesi-stati sovrani-di appartenenza. Da qui si deduce la esigenza di reale sovranismo da parte degli esponenti “ammaccati”, delle nazioni confluite in questo ambiguo concetto di comunità europea.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, che ha decretato la perdita ed il riimensionamento mondiale, dell’Italia, i servizi segreti nostrani non hanno più operato in un’ottica di espansionismo economico strategico, avendo demandato tutto o quasi, alle potenze vincitrici con l’egida degli Usa.

Siccome la crisi maghrebina ai danni dell’Italia è stata causata sopratutto da Francia e Germania, sul piano manageriale andrebbe ripensato il tipo di “sevizio segreto” congeniale alle nuove esigenze dell’Italia. Bando ogni fermento o intento guerrafondaio, la politica dei servizi segreti italiani dovrebbe essere massimizzata nella ricerca di sbocchi nazionali africomediorientali, per tornare a guidare il futuro economico-finanziario dell’Italia.

Sul piano economico di queste zone, tra Africa, est europa e medioriente, ci sono ipotetici nuovi bacini commerciali ed industriali italiani. Con l’Africa principalmente, piu’ esteso giovane e demograficamente in fermento, continente mondniale. Beninteso che per riprendere in mano le redini della geopolitica e geoeconomia dell’Africa e del medioriente, occorrerebbero duplici e variegati sforzi forieri di: regolarizzazione effettiva dell’immigrazione clandestina già presente sul nostro territorio, e riarmo nucleare, per questioni di autodifesa.

Siccome l’”ombrello protettivo” americano, di cui l’Italia beneficiava, è stato chiuso in favore dei nuovi interessi strategici degli Usa nel Pacifico, possedere gli armamenti nucleari in opposizione alla schiacciante arroganza politica francese, risulta vitale. Vitale, la rincorsa agli armamenti necleari, per fronteggiare il nemico francese e inglese che condivide i medesimi interessi italiani, sullo scacchiere internazionale; e fronteggiare la Francia sul piano solo ideale, richiede il possesso dell’armamentario nucleare, senza doverlo adoperare mai in frangenti bellici ma come volano di sviluppo tecnologico, scientifico e solo in ultima istanza, militare. Tale mossa manageriale, imperniata sul riarmo nucleare, diventa essenziale per l’Italia, che non puà ripiegarsi a lungo nel proprio mercato nazionale, nè avvitarsi sulla sua estremamente pacifica cultura. E ben rammentando, l’Italia, di aver subito variegati colpi di stato fino al 2011, e poi nel 2020, fomentati dai servizi segreti francesii, tedeschi, americani ed inglesi, che hanno spezzato l’ascesa di Agip, Enel ed Olivetti verso l’egemonia globale, ed inoltre i sevizi segreti oriundi hanno bloccato la crescita economica italiana da oltre trenta anni! Dunque anzichè mantenere fermi nell’operato i servizi segreti validissimi dell’Italia, con gli avvenuti rischi di deviazioni verso gli italiani stessi, è vitale riaprire il solco per una nuova riaffermazione mondiale, che abbracci il sud del mondo ed il suo ovest. Dove il ruolo italiano si giocherebbe con le antiche logiche culturali di sviluppo comune dei territori in questione, ed al contempo con i criteri contemporanei basati sul possesso delle armi nucleari e di una politica forte, sovrana monetariamente e risoluta. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Nuovo piano Italia: Irpef nell’iva

“Le prospettive di breve e medio termine delineate nel DEF appaiono alla portata del nostro Paese, anche se restano fortemente condizionate dall’effettivo superamento, grazie ad un efficace, veloce ed esteso piano vaccinale, dei confinamenti e della sospensione delle attività produttive”. Così la Corte dei Conti nel “Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica” “Una strategia per la ripartenza non può, quindi, non puntare al superamento delle fragilità che caratterizzano la nostra economia.

Molto dipenderà dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle riforme strutturali che lo accompagnano”. Cioè Riforma del Fisco, della Pubblica Amministrazione, della Giustizia e del welfare. Quanto alla riforma del fisco Corte dei Conti dopo aver rilevato che Il “proliferare di trattamenti tributari differenziati hanno condotto ad un prelievo concentrato sui redditi da lavoro dipendente e pensione, piuttosto sbilanciato sui redditi medi e con andamenti irregolari e distorsivi delle aliquote marginali effettive”, suggerisce al Governo di valutare l’ipotesi di “un parziale spostamento del prelievo dall’Irpef all’Iva”. Che in Italia vi sia una mirabile concentrazione di oplunza in mani private e’ risaputo, tuttavia trasecola la proposta dell’aumento dell’iva facendole ricadere l’irpef, con l’obiettivo di trasformare lo stato di diritto in una societa’ per azioni, quella per chiarire in cui i soli dividendi vanno reinvestiti in servizi, ossia una societa’ che non investe se non dopo i dividendi realizzati con le tasse; giacche’ pero’ le tasse sono troppo onerose si tende a non pagarle, cosicche’ si realizzano margini di stabilita’ personale in antetisi alla impostazione statale anticostituzionale: infatti lo stato non deve prima guadagnare con il fisco per investire, ma investire a prescindere, con l’espediente della sovranita’ monetaria in cui in mancanza di introiti fiscali si immette denaro per garantire servizi adeguati, investimenti, crescita, e solo in seguito pagamenti fiscali.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Immobili poverta’ e antipolitica

Così come alcune riforme sono indette o attuate per migliorare l’efficienza della cosa pubblica e sostenere i cittadini, è necessario per la figura del cosiddetto “manager politico”, mettere a bilancio e quelle che sono le risorse a sostegno della collettività.

Dopo aver scovato una lettera redatta da un consigliere comunale, ho scoperto che la sua richiesta al sindaco consisteva nel mettere a frutto oltre una decina di immobili affittati con canoni irrisori. La perdita conseguenze per l’erario comunale ammontava da ciò, a circa centomila euro annui. I destinatari di tali trattamenti di favore, figuravano essere dei partiti di ogni schieramento, anche uno tra essi ormai “defunto”. Giacchè tuttavia è in voga il concetto di sostegno globale al reddito, è apodittico il fatto che la messa in regime di beni comunali immobiliari, dovrebbe e potrebbe realmente sostenere un numero di cittadini da reimmettere nel mercato. Scegliere pertanto alcune promettenti famiglie, o nuclei famigliari individuali in difficoltà, consentirebbe agli enti comunali o comunque pubblici, di favorire, finanziare, la riabilitazione economica, professionale e sociale, di persone sostenute dai proventi della messa sul mercato dei beni statali, comunali o pubblici che siano. Un moderno, o meglio postmoderno sostegno fattivo al reddito del genere, fungerebbe da pseudo borsa di studio, a termine, con effetti benefici per l’istituzione ed i nuclei famigliari in questione. Il che sarebbe possibile con un connubio di gestione manageriale ed amministrativa creativa, alla stregua di algoritmi informatici creativi, oggi altrettanto indispensabili per la società.

Tuttavia lo stallo economico non deve essere imputato esclusivamente ai politici come un tempo fomento’ di fare Grillo, bensi’ alle cime della piramide finanziaria e alto industriale che ha di fatto privatizzato lo stato: la panzana secondo cui non ci sarebbero soldi per l’edilizia popolare, infatti, va rispedita al mittente e sceverare le responsabilita’ di stagnazione economica, degrado sociale e involuzione, tra organi finanziari, grande burocrazia, politica e multinazionali. Di certo uno stato con moneta sovrana puo’ investire a iosa per appianare le lacune derivanti da immobili mal sfruttati, politica clientelare e indigenza diffusa. Ma la politica deve tassativamente regolare la finanza anziche’ essere subordinata ad essa come oggi, senza essere esecrata come rea di tutti mali; altrimenti lo scenario nazionale fosco peggiorera’ e sara’ irreversibile.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Enrico Montesano contro tutti

Il celeberrimo attore e macchiettista italiano, Enrico Montesano, si e’ imbattuto recentemente in un’ondata di affezioni e gradimento da parte del variegato e giovanile mondo social, specialmente su Youtube con 54000 iscritti, e continua a sparare a zero sugli artefici dell’architettura sociale ed economica, ma in modo asintotico: Montesano si cimenta in una dovizia di letture deittiche della modernita’ e delle dinaniche del Grande Reset, binariamente alla centralizzazione della scienza, della medicina, della scuola e dell’arte. Cosi’, tra il serio ed il faceto, Montesano ha riletto dei brani emblematici della “finestra di Overton”, con un’esegesi tutta personale ma che comunque desta sgomento.

Overton era un sociologo americano di grande perizia e deceduto in circostanze anomale e peculiari, il quale ha descritto gli effetti di modellamento culturale, politico, teso a far accettare le idee anche paradossali, purche’ funzionali al sistema di potere, per mezzo del bombardamento mediatico integrato, costante, coordinato; ancora Montesano ha riportato la crucialita’ dell’imbarbarimento deontologico in cui e’ precipitato il mondo, che scende a compremessi a causa dei media, con tutto, anche se abietto. Ma il famigerato Montesano ha anche alluso al fenomeno concretizzato per la prima volta nella storia dopo gli anni ottanta, in cui il quoziente intellettivo dei nuovi nati e’ stato inferiore a quello dei padri. A cio’ Montesano enfatizzava l’effetto esiziale della discesa linguistica verso tempi semplici, vocaboli non dotti, frasi al posto di perifrasi, che hanno diminuito la finezza del ragionamento, la comprensione testuale e del parlato, ed in ultima istanza l’intelligenza. Infine Montesano esortava alla lettura indefessa per scongiurare tale pratica, al dettato, alla scrittura, alle esercitazioni cognitive, all’analisi testuale, logica, agli esercizi mnemonici.

Etichettato come complottista da piu’ fonti mediatiche tradizionali, Enrico Montesano figura l’unico grande artista italiano schierato contro le proscrizioni politiche attuali, a favore degli italiani, e con un mirabile sottofondo di arte e cultura.https://www.facebook.com/marketplace/item/236156674087645/




Infrastrutture e sviluppo italo-meridionali

Chiedo venia se da molto tempo mi incaponisco sul management all’interno dei miei canali social, tuttavia il management è troppo importante sopratutto ai fini del pensiero, oltre che dell’arte e del benessere: ovvero gli altri due cardini della mia linea editoriale. Ecco allora il motivo che mi spinge  a riflettere sul tema dello sviluppo meridionale, all’interno dell’Italia.

Tralasciando le zone franche, il reddito di cittadinanza e gli incentivi al lavoro per il bistrattato e sottosviluppato suditalia, vi è un potente aggregatore di professionalità e fucina di ricchezza, sovente accontonato a sfavore di tutto il meridione: esso consiste nelle infrastrutture, di cui il comparto territoriale da Roma in giù, è sfornito o mal fornito. Mancano strumenti di collegamento veloce ed efficace nelle città meridionali; la Tav Napoli-Bari forse è ancora un miraggio, e la ferrovia che porta a Matera cosi’ come gli aerei e i treni che collegano Calabria e Sicilia, sono utopie da manuali di saggistica anti merdidionale.

Io non intravedo alcuna utilità nei sostegni al reddito ed al lavoro che esulano dalle infrastrutture fondamentali come le ferrovie, gli aereoporti, i porti e le autostrade degne di tale apposizione.

Il ponte sullo stretto di Messina pare sia pratica archiviata e l’autostrada Salerno-Reggio Calabria risulta una strettoia adeguata al transito di go cart ed automobili a media e bassa velocità.

Quanto sono inderogabili degli asset infrastrutturali per l’Italia meridionale, che creino economia legale o paralegale, e’ risaputo solo a livello teoretico; ma nessun asset extrainfrastrutturale, di importanza discreta, si forma in assenza o in scarsità di infrastrutture tanto valide quanto sostenibili. Ed intanto il 70% del Recovery fund e’ stato stornato nuovamente al nord, ad onta dell’accordo europeo di stanziarlo al sud. E’ innegabile che anche l’Italia settentrionale, in queste contingenze, necessiti della liquidita’ assicurata dal Recovery fund, in misura del 70/80%, ma e’ scoptico farlo a detrimento del meridione che ne dovrebbe ricevere il 200% per riassastarsi come Costituzione prescrive: a tal punto l’Italia intera dovrebbe riprendersi un ente interno di illimitata e garantita erogazione monetaria, cosi’ farebbe gli interessi di nord e sud.

Il buon management che punta alla creazione di valore aggiunto non prescinde dai basilari e definitivi investimenti infrastrutturali, che sono volano di crescita economica.

Chiedo nuovamente venia per la lungaggine ma, senza aziende non vengono richiesti beni e prodotti; senza di essi avviene lo stesso per i servizi; di conseguenza il lavoro scarseggia. Va tuttavia affermato che senza infrastrutture adeguate, i costi di produzione e trasporto delle merci, continuerebbero ad essere insostenibili, per ogni imprenditore svincolato dalla politica, dalla delinquenza, o dalla mera ma encomiabile follia o alta finanza. Il fatto che la finanza crea annualmente dal nulla o con speculazioni, liquidi che sono circa dieci volte il pil mondiale, per poi richiedere gabelle e affermare scarsita’ monetaria, e’ la vera tara sistemica da rimediare. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/