Recovery fund e antimeridionalismo

CHI HA PAURA DEL MOVIMENTO 24 AGOSTO PER L’EQUITA’ TERRITORIALE?

di Nicola Salvatore*
La riuscita manifestazione del 6 ottobre non ha avuto il risalto mediatico che avrebbe meritato, non fosse altro che era incentrata sul tema del momento: l’utilizzo del Recovery Fund.
Non può neanche essere giustificata come semplice distrazione, dal momento che la stampa nazionale fa rimbalzare quotidianamente ogni “opinione” espressa sulla materia, da quella di Confindustria a quella di Fitto, passando per quella dell’emergente Bonaccini, tutte orientate ad una larga distribuzione delle risorse a favore del nord. Quindi, cosa dobbiamo pensare di una stampa che dà risalto a delle “opinioni” e trascura il puntuale e circostanziato lavoro presentato dalla “Commissione Economia” del M24A?
L’assordante silenzio mediatico è commissionato da quanti (tanti) vogliono frenare un movimento politico di pensiero e di idee in costante crescita.

Quanto sta accadendo non deve sorprenderci. Fino a poco tempo fa, i temi del “meridionalismo” erano trattati, precipuamente, in ambienti accademici, senza mai riuscire a permeare la cultura popolare. Il lavoro di Pino Aprile (in particolare con il successo editoriale di TERRONI), invece, ha rotto gli argini di questo ambiente circoscritto ed ha consentito la veicolazione di una nuova identità meridionale. Ciò ha favorito una ritrovata coscienza collettiva, che alla Grancia ha dimostrato tutta la sua vitalità.
A Cosenza, le tante istanze meridionaliste, che da tempo emergevano in ordine sparso, sono state ricondotte a sintesi in un incisivo progetto politico, saldamente ancorato alla Costituzione repubblicana, che non potrà non sfociare in un largo movimento di massa perché, come ha detto Pino Aprile :”Noi abbiamo ragione”.

Ed è proprio per la forza delle idee che il M24A è temuto; il principio dell’equità territoriale, nella sua semplicità, è dirompente, soprattutto in una società, come la nostra, dilaniata negli ultimi trent’anni da politiche liberiste che ne hanno sfilacciato il tessuto sociale, acuendo le differenze economiche, concentrando la ricchezza in poche mani e diffondendo povertà in larghi strati della popolazione. Tutto questo disagio è avvertito sulla propria pelle dai cittadini e li rende particolarmente sensibili ai temi posti dal movimento 24 agosto, che, nel frattempo, è maturato politicamente ed è destinato a crescere a dismisura, tanto più repentinamente quanto più sarà capace di informare.
È per questo che i corifei del sistema hanno cominciato a pianificare il tentativo di delegittimazione. Ma noi non dobbiamo preoccuparcene, perché siamo forti delle nostre giuste ragioni e, come ha detto Pino Aprile nel suo intervento a conclusione della manifestazione romana, “agiremo di conseguenza”.
*M24A-ET Foggia




Le fake news sugli sprechi del sud

ORA EQUITÀ. IL 6 OTTOBRE A ROMA
di Enzo Lionetti*
La battaglia sul Recovery Fund è ad un livello altissimo. Vi sono enormi interessi economici e finanziari, data la quantità mostruosa di investimenti dell’Unione Europea attribuiti all’Italia, ben 209 miliardi, tali da far smuovere gli appetiti di tutti. Il grande inganno su cui fanno affidamento i politici del Nord è la mistificazione che al Sud sono stati dati tantissimi finanziamenti che non sono stati utilizzati.
Non è vero!!! Al Sud sono stati dati solo i finanziamenti dei Fondi Strutturali dell’Europa che sono stati utilizzati (periodo 1994/1999) 2000/2006, 2007/ 2013) ed in corso di utilizzazione (periodo 2014/2020) e basta!!! Mentre i finanziamenti del Bilancio pubblico italiano sono stati negati, tanto che ogni anno mancano all’appello ben 60 miliardi di euro che sono stati invece dirottati al Nord, come proprio il Mose di Venezia dimostra.
In venti anni ben 1.000 miliardi di euro sottratti al Sud ed attribuiti al Nord (dati Eurispes, Banca d’Italia, Conti Pubblici Territoriali della Ragioneria Generale dello Stato).Ma l’ultima grande mistificazione è che al Sud non possono essere attribuiti i finanziamenti del Recovery Fund perchè c’è la criminalità, le Mafie, la corruzione e gli sprechi!!!
Queste le parole del Presidente Conte a riguardo dell’opera del Mose, che dopo almeno 15 anni (!!!!) ha iniziato a funzionare, “nonostante gli sprechi, gli scandali e gli episodi di corruzione che ne hanno accompagnato la realizzazione”.
Al Nord è concesso fare investimenti pubblici NONOSTANTE GLI SCANDALI E LA CORRUZIONE!!!
Pur di non considerare i criteri dell’Unione Europea per la ripartizione del Recovery Fund ovvero
✅ PIL
✅ Disoccupazione
✅ Popolazione
il Nord pretende di utilizzare la stragrande maggior parte dei 209 miliardi dell’UE facendo passare l’idea che al Sud ci sono corruzione e malaffare!!
Gli sprechi, la corruzione ed il malaffare è un tratto caratteristico delle opere pubbliche al Nord!!
Il Sud si ribella e pretende EQUITÀ!!!
Equa ripartizione del Recovery Fund in base ai criteri dell’UE, ovvero il 70% dei 209 miliardi al SUD!!
A nulla serviranno i proclami ed i diktat di Confindustria, del PUN e dei poteri forti.
Il Sud ha le capacità progettuali e sarà realizzato il più grande sistema di controllo e monitoraggio dei fondi pubblici!!!
Il 6 ottobre a Roma in Piazza Montecitorio il Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale
scende in campo per difendere il SUD e per incidere sulla ripartizione delle risorse del Recovery Fund, ultima spiaggia per ridurre il divario Nord – Sud e per dare Dignità ed Equità al SUD.
*direttivo nazionale M24A-ET




La vera fonte di reddito del Veneto

LETTERA DAL VENETO: MORNING SHOW DEL 2 OTTOBRE INSULTI A GOGO’ CONTRO I MERIDIONALI

da Domenico Valter Canfora*
Davvero squalificante il morning show del 2 ottobre. Mai sentito tante offese gratuite nei confronti di noi, come ci avete qualificato terroni. I soliti preconcetti e luoghi comuni contro i meridionali. Onestamente stancano. Vorrei solo farvi comprendere il fatto che il nord vive grazie ai consumi di cibo e vestiario fatto al nord e consumato al sud. Io non bevo prosecco e non mangio a Natale prodotti made nord Italia. Pensate a se tutti i miei conterranei lo facessero, vi sedereste per terra. Pandori invenduti in terronia restituiti alle fabbriche. Il sud si sta stancando. Il ricovery found, l’Europa ha stabilito che il 70 per cento finisca al sud per le infrastrutture. Per la pandemia esiste il mes. Il ponte sullo stretto è dal 1976 che l’Europa ce lo chiede. Vogliamo parlare dell’Altra velocità del Mezzogiorno? Milano Roma non è la stessa cosa di Roma Taranto. Le ferrovie siciliane? 300 km in tredici ore. Matera è dal 1901 che aspetta il treno. Vogliamo parlare della via della seta? I porti del nord preferiti a Gioa Tauro? Troppa disparità ed ingiustizie. Il sud è in rivolta e se non viene trattato da fratello di Italia, stavolta se ne va. Siamo uniti dal 1130 ed abbiamo molta unione tra di noi. Da parte vostra un po’ di rispetto fa d’uopo.

  • Referente M24A-ET, Veneto



Confronto sprechi Nord-Sud

SUD, DOVE TUTTO CIO’ CHE FA LO STATO E’ MENO DELLA META’ DEL NORD

di Raffaele Vescera*
La differenza di dotazione delle infrastrutture tra Nord e Sud è semplicemente scandalosa, come si evince dalla seguente tabella:
Chilometri di autostrada ogni 100 kmq. Nel Nord-Ovest 3,3%. Nel Sud l’1,7%.
Chilometri di ferrovia ogni 100 kmq. Nel Nord-Ovest del 7,2%. Al Sud del 4,7%.
Alta velocità ferroviaria, nel Nord è del 9,6. Nel Sud del 1,4%.
Aeroporti: Tra Albenga e Trieste, ben 17, al Nord 1 x 50 km. Tra Napoli e Bari solo 1, al Sud 1 x 300 km.
Porti: Porto franco a Trieste, inclusione del porto di Genova nella nuova “via della seta”, con esclusione dei porti del Sud, Messina, Gioia Tauro, Taranto etc.
Ma questo è il meno, tra Bari e Napoli non esiste un solo treno che colleghi le due maggiori città del Sud continentale, mentre da Bari a Reggio Calabria occorrono ben 14 ore di treno per fare 450 km, a una velocità media di 30 km l’ora. Il nordico ministro Delrio, nel precedente piano ferroviario da 5 miliardi di euro ne ha destinati il 95% al Nord per 69 progetti e 2 al Sud, promettendo di intervenire per migliorare la condizione della ferrovia jonica, chiudendola però per 4 anni, il sospetto che voglia chiuderla per sempre è legittimo.
E sia, tutto ciò è parte della Questione meridionale, mentre i media denunciano scandalizzati presunti sprechi al Sud, al Nord si investe e si spreca per davvero, dall’inutile autostrada doppione Bre-Be-Mi, alla pedemontana lombarda per la spesa di svariati miliardi di euro, fino al vergognoso costo dell’alta velocità al Nord di 67 milioni di euro a km, la stessa che in Francia è costata 10 e in Spagna 9. Alta velocità italiana che si ferma a metà dello Stivale, fatta con i soldi stanziati per farla arrivare a Lecce sulla dorsale adriatica a Palermo su quella tirrenica.
Tutti ci chiediamo come mai il Sud non si ribelli unito a fronte di tale vergogna, Antonio Gramsci ne spiegò le ragioni nel suo “Il Risorgimento”, eccole, valide ancora oggi: “Il programma di Giolitti e dei liberali democratici tendeva a creare nel Nord un blocco “urbano” (di industriali e operai) che fosse la base di un sistema protezionistico e rafforzasse l’economia e l’egemonia settentrionale. Il Mezzogiorno era ridotto a un mercato di vendita semicoloniale, a una fonte di risparmi e di imposte ed era tenuto “disciplinato” con due serie di misure: misure poliziesche di repressione spietata di ogni movimento di massa con gli eccidi periodici di contadini… Misure poliziesche-politiche con i favori personali al ceto degli “intellettuali” o “paglietta”, sotto forma di impieghi nelle pubbliche amministrazioni, di permesso di saccheggio impunito delle amministrazioni locali…cioè di incorporamento “a titolo personale” degli elementi più attivi meridionali nel personale dirigente statale, con particolari privilegi giudiziari, burocratici etc. Così lo strato sociale che avrebbe potuto organizzare l’endemico malcontento meridionale, diventava invece lo strumento della politica settentrionale, un suo accessorio di polizia privata.”
Che altro aggiungere alle esaustive parole di Gramsci? Solo una, la mafia, mai combattuta dallo Stato, in quanto anch’essa accessorio di polizia segreta utile alla spoliazione del territorio meridionale e al successivo trasferimento di capitali da investire al Nord.
*direttivo nazionale M24A-ET




Renzi e l’obiettivo malefico per l’Italia

Non si creda che il referendum sulla Costituzione sia stato abrogato in maniera irreversibile: adesso mi è tutto chiarissimo ed è una tragedia. Tutte le chiacchiere sul SI o NO al referendum sono fumo negli occhi per i disinformati. Sin dal 2012 Renzi (sindaco di Firenze) ha incontrato più volte l’ amm. del. del colosso americano, la Banca J. P. Morgan e il suo consulente Tony Blair, l’ ambasciatore USA e altri. La J. P. Morgan (che cura gli interessi anche di varie multinazionali) nel 2013 ha scritto che le costituzioni dei Paesi del sud Europa ( Portogallo, Spagna, Italia e Grecia) vanno cambiate perchè troppo

“socialiste”,cioè improntate a idee democratiche, con governi centrali deboli rispetto ai Parlamenti, alle Regioni, ai diritti dei lavoratori, ai controlli sulle banche.

Renzi è stato il primo a ubbidire (perciò fu nominato premier al posto di Letta, senza essere stato eletto da nessuno) in cambio del salvataggio del Monte Paschi Siena e forse di altre banche tosco-emiliane sull’ orlo del fallimento, compresa quella di suo padre e del padre della Boschi. Ed ecco il Jobs act, con libertà di licenziamento, l’abolizione dell’art. 18, la devastazione di ben 47 art. della Costituzione, ecc. Se ci riuscirà, con questa “riforma” + la legge elettorale Italicum avremo un governo padrone di una camera dei deputati a lui asservita, un senato complice e non eletto da noi, il controllo della Corte costituzionale, del Csm e delle altre Autoritâ, della RAI e perfino della presidenza della Repubblica. Le Regioni non potranno più opporsi allo scempio del loro territorio (trivelle petrolifere a mare e a terra, gallerie tipo TAV, ponti e aeroporti inutili, boschi sventrati -già è stata abolita la Guardia Forestale- privatizzazione di tutto (comprese acqua e spiagge), firma dei trattati TISA e TTIP a favore degli americani e dei canadesi. E chissà che altro ancora, senza contare la revoca di tutte le promesse economiche fatte (perché i soldi non ci sono). Insomma per gli americani delle banche e delle multinazionali un successo strepitoso. Per noi una tragedia, grazie a quel bugiardo e traditore di Renzi, in mano a burattinai peggio di lui.

Alla fine dei conti Renzi e seguaci sono piazzati nei palazzi istuzionali che contano, rimpinguati da finte fondazioni volani di donazioni finanziarie mastodontiche, e con un unico, mero obiettivo: sventrare la mirabile costituzione italiana in favore di uno strapotere forestiero massonico assetato di borseggiare i conti correnti collettivi degli italiani; saccheggio, quest’ ultimo, imperniato sulla baggianata che l’Italia ha un debito pubblico troppo alto da sanare trasformandolo in debito privato, sotto forma di prelievi forzosi dalle casseforti bancarie personali.

E allora io voto NO. E voi?

Se non credete a tutto ciò, guardate i video che vi mando. Se poi volete l’intervista al giudice Imposimato, chiedetemela perché è un pò lunga.




Covid Trump Bolsonaro e armi batteriologiche

02 Ott Trump positivo al Coronavirus. Non avrei voluto avere ragione.

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Donald Trump è positivo al Coronavirus ad un mese esatto dalle elezioni presidenziali americane.

Tempismo perfetto.

Non avrei voluto avere ragione quando nel mio libro 31-coincidenze-sul-coronavirus-e-sulla-nuova-guerra-fredda-usa-cina/ pubblicato a fine aprile 2020, spiegavo al lettore che, inquadrando per ipotesi la pandemia, non come un evento casuale e naturale ma come frutto di un attacco terroristico con armi non convenzionali, nel contesto dello scontro geopolitico in atto, tra USA e Cina e tra l’amministrazione americana in carica ed il suo potente deep state, allora avremmo visto, non solo l’economia americana messa a dura prova, ma lo stesso Donald Trump finire nel mirino ed essere personalmente colpito insieme ad altri leader.

Nello specifico mi domandavo, chi vorrebbe Trump fuori dai giochi a ridosso della campagna elettorale e chi stesse traendo benefici dallo scoppio della pandemia e dal crollo dell’economia americana.

Constatando che i gruppi e le organizzazioni, che stavano raggiungendo i propri obiettivi, grazie alle nefaste conseguenze del Coronavirus, erano gli stessi che in passato avevano ipotizzato l’uso di armi biologiche come strumento politicamente utile.

Nel libro provai quindi ad ipotizzare, che nel mirino, dopo Boris Johnson, sarebbero finiti il presidente del Brasile Bolsonaro ed il presidente americano Trump, provando a dimostrare che c’erano già stati dei palesi tentativi di farli entrare a contatto con il virus.

Per esempio quando una delegazione brasiliana accompagnò Bolsonaro in America in visita da Trump e ben 23 componenti di quella delegazione – compresi alcuni personaggi che cenarono con i due presidenti e che si fecero fotografare affianco al presidente americano – risultarono positivi al Covid.

Quando ad Aprile mandai alle stampe la mia inchiesta, nessuno dei due presidenti era stato dichiarato positivo anche se io già avanzavo dei dubbi sulla positività di Bolsonaro. Cosa che accadrà, incredibilmente, alcuni mesi più tardi, prima con Bolsonaro, risultato ufficialmente positivo al Covid a luglio poi con Donald Trump ad ottobre, proprio nel clou della sua campagna elettorale. Forse in assoluto nel momento più decisivo.

Io mi rendo conto che sia una tesi difficile da digerire quella che ipotizza l’uso della pandemia e del virus per provare, tra le altre cose, a disarcionare Trump, prima facendogli crollare tra le mani l’economia a ridosso delle elezioni presidenziali e poi costringendolo a curarsi in quarantena ad un mese dalla tornata elettorale, con tutti i comizi in programma annullati e con il suo rivale che può lanciare sul web, il video in cui soltanto due giorni prima, nel famoso faccia a faccia, lo accusava di non usare la mascherina.

Soltanto qualche settimana fa, tutti i giornali riportarono la notizia che una busta, contenente sostanze tossiche, stava per essere consegnata a Trump. Sono certo che non ci siano collegamenti tra i due eventi ma come vedete è molto più probabile pensare di colpire il presidente americano con un’arma biologica che con un’arma convenzionale. Soprattutto se quell’arma è già disponibile, in diversi laboratori di tutto il mondo ed il suo utilizzo, per scopi criminali, passerebbe del tutto inosservato e quindi impunito.

Eppure, nonostante queste innegabili realtà o chiamiamole coincidenze, come ho fatto io nel libro, nessun media mainstream si è mai posto il problema di considerare l’eventualità, che la pandemia, possa essere davvero il frutto di un atto terroristico con armi non convenzionali, mirato a destabilizzare interi paesi, disarcionare Donald Trump e spostare l’asse del potere nelle mani di organizzazioni di quel Deep State pronto a tutto, come scrivevo nel mio libro.

Un dato è certo. Pare sia stato lanciato un avvertimento a tutti i membri del tridente, cosiddetto sovranista, (Johnson/Bolsonaro/Trump). Quello per intenderci che si oppone all’asse eurasiatico e che si sta in qualche modo mettendo di traverso al disegno egemonico di nuovo ordine mondiale.




La storia meridionale voluta dalla massoneria

E noi… Noi che eravamo uniti fin dal 1130 come Regno di Sicilia e che ci ritroviamo con fratelli assassini prima e parenti serpenti ora ? Leggete la “nostra Storia” riportata qui sotto brevemente.
“Nell’anno 1130 è deciso a Melfi, nasce ad Avellino ed è battezzato a #Palermo il Regno di Sicilia.
È considerato dagli studiosi come la prima forma di un moderno Stato Europeo.
Il Regno di Sicilia nasceva all’insegna della dinastia normanna degli Altavilla e comprendeva non soltanto l’isola di Sicilia, ma anche le terre di Calabria e Puglia.
Ruggero II riunendo tutto il Meridione sotto la sua autorità creò il terzo tra i grandi stati d’Europa.
Alla dinastia dei Normanni succede quella degli Svevi, nel 1194 (matrimonio fra Enrico VI e Costanza d’Altavilla), rimasti sul trono di Palermo fino al 1266.
Intorno al 1200 la popolazione della Capitale #Palermo supera i 350.000 abitanti (alcune fonti parlano di 400.000), ed è così la seconda città più popolata del mondo, dopo Alessandria d’Egitto.
Con Federico II (figlio di Costanza), Palermo conobbe il suo massimo splendore.
L’imperatore del Sacro Romano Impero e Re del Regno di Sicilia, stabilì la sua Corte a Palermo (essendo cresciuto a Palermo, è probabile che si sentisse più Siciliano che Tedesco).
Con l’Imperatore Federico nacque la #Scuola_Poetica_Siciliana con il primo utilizzo della forma letteraria di una lingua romanza, il siciliano, che anticipa di almeno un secolo la Scuola Toscana.
La dinastia degli Svevi rimane sul trono del Regno di Sicilia fino al 1266, quando il Regno di Sicilia venne conquistato da Carlo d’Angiò, il quale conquistato il regno, non convocò più il parlamento Siciliano.
Carlo d’Angiò voleva imporre nel Regno di Sicilia il suo modo di governare (ed anche la sua classe dirigente), e questò lo portò ad essere odiato dai Siciliani.
Questo porterà in breve tempo alla Guerra del Vespro nel 1282, quando Palermo insorse contro gli Angioini, fino ad offrire il Trono di Palermo a Pietro d’Aragona e cacciare il d’Angiò dal Regno.
Pietro d’Aragona si recò dunque in Sicilia e venne incoronato Re del Regno di Sicilia.
L’obiettivo di Pietro d’Aragona era quello di cacciare il d’Angiò anche dalla parte continentale del Regno di Sicilia – non riuscendoci – così nel 1302, si arriva ad una inutile e frettolosa mediazione del Pontefice, che attribuisce ad entrambi il titolo di Re di entrambe le Sicilie, ed il Regno viene diviso in 2, ma non in ”Regno di Napoli” e ”Regno di Sicilia” come fanno falsamente studiare nelle scuole.
Il Regno venne diviso in:
Regno di Sicilia (o Regno di Sicilia Citrafaro), in mano alla dinastia Angioina, con Capitale a Napoli
Regno di #Trinacria (o Regno di Sicilia Ultrafaro), in mano alla dinastia Aragonese, con Capitale a Palermo. Da quel momento dunque si ebbero 2 Stati Siciliani.
Dopo oltre un secolo di lotte, le 2 dinastie si estinguono ed i partiti si dissolvono, ed esattamente nel 1442 Alfonso di Trastamara (di origine Aragonese) subentra in entrambi i Regni di Sicilia, assumendo il titolo di ”Rex Utriusque Siciliae” (Re di tutte e Due le Sicilie).
Nel 1516 inizia il periodo vicereale, con Carlo V d’Asburgo di Spagna, periodo che si concluderà nel 1700 con la morte di Carlo II.
Il periodo Spagnolo non fu per Palermo una dominazione, come falsamente scrivono gli scribacchini prezzolati, ma una ”federazione di Stati legati dal vincolo della comune dinastia”, i vari Stati della federazione Spagnola – tra cui le Due Sicilie – dunque, mantenevano tanta autonomia rispetto al potere centrale del Regno di Spagna.
Nel 1700 Carlo II muore senza eredi, e la Corona viene ereditata dalla dinastia dei Borbone con Filippo V.
Nel 1734 Carlo III di Borbone viene incoronato presso la Cattedrale di Palermo divenendo Re dei due Regni di Sicilia ”Rex Utriusque Siciliae”.
Alla fine degli anni ’50 del ‘700, Carlo III diventa Re di Spagna, lasciando il trono delle Due Sicilie al figlio Ferdinando.
Ferdinando di Borbone, dopo il congresso di Vienna del 1815, ristabilisce l’unità Siciliana, che era stata compromessa con le lotte del Vespro, unificando di nuovo i 2 Regni di Sicilia sotto un’unica entità statale, i Due Regni di Sicilia così, vengono uniti nell’unico Regno che dal 1816 avrebbe assunto il nome di ”Regno delle Due Sicilie”.
A Ferdinando I subentrano Francesco I, il re Palermitano Ferdinando II, ed infine Francesco II di Borbone nel 1859.
Con Ferdinando II il Regno delle Due Sicilie diventa la terza potenza economico-industriale del mondo.
Il Regno fu il primo del mondo a portare l’acqua potabile nelle case, a costruire una nave a vapore che navigava in mare aperto e che collegava Napoli e Palermo in sole 16 ore (pochissimo per l’epoca), il primo Regno del mondo a conoscere la raccolta differenziata, il primo Regno del mondo a collegare tramite un piroscafo l’Europa all’America con la tratta Palermo-New York, ad avere un cimitero aperto a tutte le classi sociali, e tanto altro…
L’#Inghilterra temeva tantissimo l’egemonia del Regno delle Due Sicilie, vista anche la prossima apertura del Canale di Suez che ci sarebbe stata a breve (anni ’60 dell’800).
Data la posizione vantaggiosa nel Mediterraneo del Regno delle Due Sicilie rispetto all’Inghilterra, spinse questi ultimi ad iniziare a progettare lo smantellamento del nostro Stato, per crearne uno fantoccio.
Dopo la morte di Ferdinando II di Borbone, ed il passaggio del Trono al giovanissimo Francesco II, le grandi massonerie internazionali fecero di tutto per sfruttare questo momento di debolezza, con la falsa intenzione di una ”unità d’italia” aggredirono il nostro stato senza una dichiarazione di guerra.
I plebisciti di annessione sono stati #fasulli a prova di storia, si votava pubblicamente, ed erano presieduti dai Garibaldini (i quali avevano addirittura il diritto di votare anche più volte nello stesso seggio) —> dunque vi lascio immaginare la sorte che spettava a chi votava il ”NO” all’unità d’italia (fucilazione per direttissima e senza processo).
Tutte le industrie del Regno furono smantellate e trasferite nei territori del nord, affidando il controllo dei territori ai ”picciotti”, i quali furono istituzionalizzati nel 1861 per lasciare il territorio povero, ignorante, e senza possibilità di emergere.
Le Due Sicilie dovevano essere #sottomesse, dovevano diventare una colonia interna, un mercato che quindi non produceva, ma che doveva solo acquistare i prodotti che prima producevamo noi a casa nostra, che adesso producevano a Milano, Torino, Biella ecc ecc… (Ancora oggi perdura questa situazione).
Dal 1861 in poi l’italia aumentò notevolmente la tassazione degli stati conquistati, costringendoli a tenere le #scuole_chiuse_per_oltre_14_anni, dando vita dunque, ad #intere_generazioni_di_ignoranti_senza_memoria_per_la_propria_millenaria_cultura.
Si sviluppò il fenomeno della Resistenza (che la storia infame ufficiale vorrebbe spacciarci per ”#brigantaggio”) contro il nuovo stato colonizzatore ed usurpatore.
La resistenza durò oltre 15 anni.
I soldati italiani, adottarono misure spaventose contro i Siciliani contrari all’unità d’italia, con #fucilazioni_di_massa (anche di #bambini), deportazione nei campi di concentramento (Fenestrelle, San Maurizio ecc ecc…).
Nei lager italiani, i corpi dei Siciliani venivano sciolti nella calce viva per non lasciar tracce dei misfatti compiuti, su altri invece venivano fatti esperimenti finanziati dai Savoia, perchè secondo il nuovo stato i Siciliani avevano una conformazione genetica che li portasse a delinquere (la discriminazione verso i Siciliani parte da lì).
Sempre dal 1861 inizia l’emigrazione di massa, che continua ancora oggi, perchè le Due Sicilie erano diventate terre povere e non più produttive come fino all’anno precedente.
Dal 1861 al 2015 sono fuggiti dall’antico Regno delle Due Sicilie, più di 32 milioni di persone.
Dalla caduta del Regno delle Due Sicilie ad oggi, abbiamo solo 160 anni di #questione_meridionale.
Fonte:Palermo a 360 gradi.
Da Gianluca Castriciano ricevo quanto segue e per onestà intellettuale sono obbligata a pubblicare, per quanto sotto molti aspetti, ricalca posizioni giacobine e controverse, sotto molti aspetti sono descrizioni verosimili che meritano altri approfondimenti:
“Ma in pratica nel tuo Racconto hai Cancellato il Regno di Sicilia , che nasce nel 1129 si ma che finisce nel 1816, la Sicilia aveva in comune con il Regno di Napoli solo il sovrano, ( dalla struttura politico amministrativa alla moneta separati )erano regni separati in tutto,solo i Borbone ha avuto l’ardire di chiudere il Parlamento Siciliano, dopo che la Sicilia si era dotata di una Costituzione rivoluzionaria per i tempi ,quella del 1812 con la suddivisione dei poteri. Non hai citato le Rivoluzioni antiborboniche per l’indipendenza della Sicilia, la Sicilia nel 1848-49 torno ad essere uno Stato Indipendente dopo la Rivoluzione Siciliana dotandosi di una Costituzione dove all’ art.2 dice la Sicilia sarà sempre stato Indipendente). Non menzioni che dopo la Seconda Guerra mondiale e dopo la Rivoluzione Separatista Siciliana, la Sicilia nel 1946 ha ottenuto lo Statuto Autonomo che nasce prima della Costituzione, con la Regione Siciliana ( non Sicilia) che nasce prima della Repubblica Italiana e da essa riconosciuta.
Mi limito ma credo di rendere l’idea, distorcere la storia per piegarla al proprio interesse politico non è ne più ne meno che quello che fecero già dal 1816 i Borbonici e dopo i Savoiardi… “
Patrizia Stabile




Pd e sud nuovo ciclo

MEZZOGIORNO: DISCUSSA RISOLUZIONE DEI PARLAMENTARI MERIDIONALI PD NELLE COMMISSIONI CONGIUNTE TRASPORTI E AMBIENTE DELLA CAMERA
“Il ritardo economico del Mezzogiorno è inaccettabile e ingiustificabile perché non consente a un terzo della popolazione italiana di godere appieno di diritti, opportunità e prospettive che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini. Ed è oltremodo ingiustificabile perché le ricchezze culturali, ambientali, di capacità produttive inespresse presenti nel Mezzogiorno possono e devono essere utilizzate per il rilancio dell’economia dell’intero Paese”. Così scrivono i deputati meridionali del Pd in una risoluzione discussa stamane nelle Commissioni congiunte Trasporti e Ambiente della Camera. “La risoluzione, afferma Enza Bruno Bossio, -prima firmataria del testo- si propone di affrontare il tema del gap infrastrutturale Nord – Sud, con proposte operative, che devono essere previste già nei prossimi finanziamenti nazionali ed europei, dal Recovery Fund ai contratti Rfi e Mit. Tra queste, innanzitutto “l’Alta Velocità al Sud, da Salerno a Reggio Calabria e poi fino a Palermo con l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, realizzando una infrastruttura che ponga fine all’isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese. Oggi abbiamo registrato un fatto molto positivo- ha proseguito la parlamentare del Pd – avendo ottenuto sull’impostazione del nostro testo, la condivisione di tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione”. Nel testo della risoluzione, i deputati meridionali del Pd- scrivono che “l’impoverimento della dotazione infrastrutturale nel Mezzogiorno ha prodotto una sistematica crescita del gap con la restante parte del Paese. Dei 16.788 chilometri di rete ferroviaria, circa 12.000 (il 72 per cento) sono rappresentate da linee elettrificate. Tale rapporto evidenzia, anche in questo caso, la sotto-dotazione del Sud e nelle isole rispetto al resto del Paese.




Universita’ del Sud limitate

UNIVERSITÀ DEL SUD PENALIZZATE, MANFREDI SE CI SEI BATTI UN COLPO
Gli atenei del Nord recuperano più soldi dalle tasse rispetto a quelli del Sud. E quindi avranno un migliore rapporto tra spese per personale ed entrate generali. Una benemerita politica universitaria che aiuti gli studenti a non pagare tasse o a pagarne molte meno, sarà così punita nella ripartizione dei PO. Con meno assunzioni e progressioni di carriera. Utilizzando le convenzioni sui PO, è come se si spostassero al Nord 354 ricercatori. Poi si chiede agli Atenei del Sud: perché siete indietro in varie classifiche? Avete meno matricole, meno iscritti, meno studenti in corso, meno soldi, peggiore offerta formativa, pubblicate meno articoli scientifici e così via? Avrete minori finanziamenti!
Tale ridotta possibilità di migliorare i servizi, ampliare l’offerta formativa, offrire prospettive di carriera ai dipendenti, aumenterà il gap tra università del Sud e del Nord. È il noto “effetto San Matteo”, per cui “a chi ha verrà dato e avrà in abbondanza, mentre a chi non ha verrà tolto anche il poco che ha” (Matteo, 13, 12).




Le supercar italiane sconosciute

Dopo l’acquisto della Fiat da parte dell’azienda partecipata dallo stato francese Citroen Pegeout urge fare delle disamine manageriali che mortificano il sistema politico e industriale italiano, con spiragli tuttavia, di enorme ottimismo: la Fiat e’ fallita a causa del fatto che in seguito alla crisi il mercato europeo e’ sempre peggiorato per essa, che non ha effettuato reiterati aumenti di capitale come le sue rivali fra cui Citroen. La Fiat e’ una fabbrica privata come Citroen e Renault ma da sempre osteggiata dallo stato che a parte la cassa integrazione, non la compartecipa dal punto di vista degli investimenti, dei guadagni e delle perdite. La Chrysler oggi volano di crescita e stabilizzazione per Fiat e’ stata salvata con investimenti statali americani che in seguito l’ha obbligata a tutelare gli azionisti americani, gli stabilimenti e gli operai del posto, prioritariamente rispetto agli altri. Perfino la potenza egemone sul piano automobilistico, ossia Volkswagen, ha subito la stessa sorte che oggi la vede prima al mondo per vendite. Viceversa Fiat ha dovuto essere assorbita da Citroen che e’ semipubblica, giacche’ la super cedola pagata agli azionisti Fiat attesta che anziche’ fusione si tratta di acquisizione, in questi casi. Alla fine a causa di incompetenza manageriale della amministrazione italiana, la Fiat ha dovuto ripararsi sotto l’ombrello degli aiuti di stato della Francia, che in quanto azionista privilegerà’ per sempre i lavoratori, gli operai e gli stabilimenti francesi rispetto a quelli italiani. E siccome in tale operazione e’ inclusa anche la Opel irrorata da denaro pubblico tedesco con Merkel a salvaguardare i tedeschi in quanto azionista, il dado e’ tratto: Fiat e’ stata regalata agli stranieri per faziosita’ politica, invidia economica e mediocre lungimiranza manageriale. Il che comporta un forte ridimensionamento dell’indotto italiano intorno al settore automobilistico.

Per quanto avvenuto si deduce come inevitabile un ritorno del ruolo dello stato quale azionista delle fabbriche di rilievo anche private, e diventa cruciale rilanciare i venticinque grandi marchi automobilistici fatti “annegare” dalla scarsa coesione manageriale e politica relativamente agli interessi dell’Italia: riprendere sotto l’egida statale, entrare in quote azionarie e massimizzare a livello nazionale e globale i piu’ importanti marchi dell’auto obliati dalle cicliche crisi italiane, e’ un dovere in ottica salvaguardia dell’indotto, dell’auto e del mercato italiano e mondiale stanco di rivolgersi ad auto tedesche quali punti apicali di eccellenza.

Autobianchi e Innocenti erano antesignane di Mini Cooper e un misto fra Abarth e Smart, piccole potenti e belle; Isotta Fraschini era icona di lusso ed estrema raffinatezza, oltre alla de Tomaso connubio di Ferrari e Lamborghini. Se poi si allude alla Ovale come coupe’ e spider oltre le creazioni Mazda e Mg, si evince l’italianita’ che riflette stile, bellezza, potenza e personalita’. Senza pensare a omologhe Range Rover di fattura italiana ma prezzo inferiore come la Fissore che hanno reso l’Italia assolutamente indipendente dal punto di vista del fabbisogno automobilistico nei desideri della clientela. Fino alla mirabile Fornasari che aggredisce la Porsche Macan a Cayenne massimizzando la sinuosita’ e la potenza. Infine la Diatto che surclasserebbe i modelli coupe’ e spider targati Mercedes e Bmw con quella eleganza declinata in velocita’ e solidita’ che in Italia non si associano piu’ o mai lo sono state, alla Fiat casa madre di macchine senza pretese.

L’Italia deve produrre la massa monetaria bastevole a comprare e rilanciare i suddetti marchi, senza prendere denaro in prestito da una banca centrale apolide, privata e decisore finale delle somme monetarie cui l’Italia deve disporre per il proprio sempre piu’ limitato, potere industriale e commerciale…