Adiposi ed eugenetica: la strada per coniugare il benessere e la tecnologia

Tra queste regole di governo mondiale sottese all’azione economica, le imposizioni dell’eugenetica possono essere accettate allorché siano maggiormente indirizzate verso un benessere molto inferiore a quello che deriva dalla immagine estetica. E dunque l’eugenetica ibridata con forme iperavanzate di transumanesimo, può tradursi in un volano di sviluppo economico e di benessere collettivo. Alla stregua di quello che ha provocato internet nell’ultima parte del secolo scorso e nella prima parte del secondo millennio…

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Premesso che i problemi e le cause dell’adiposi non vanno ricercati nella forma estetica del grasso, bensì sovente in quella che è la stratificazione dei grassi interna, organica. Quest’ultima consiste in una patologia che deriva, nella maggior parte dei casi, in difetti genetici che si convertono in grassi ulteriori e quasi impossibili da eliminare mediante chirurgia o diete. Alla luce di questi dati allora, l’eugenetica che mira ad una modificazione genetica già dal feto, non può che essere una manna della scienza, nonchè fattore di stabilità umana morale diffusa. Questo perchè non è giusto che vi siano persone dalle fattezze immensamente adipose pertanto prese di mira dai bulli quando sono giovani oppure che siano relativamente ghettizzate o limitate nell’ambito professionale ed in quello affettivo/sessuale.

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Per concludere questo scritto cristallizzato sul benessere, il futuro sorriderà a quelle persone nate con qualche difetto in più rispetto agli altri, e questo accadrà con la diffusione di una branca di utilità sociale, benefica dell’eugenetica, ed in antitesi a quella linea avversa di pensiero dell’eugenetica stessa, che mira in modo deviato ad una perfezione umana degradata, fondata sugli infanticidi e sulla depauperazione della varietà genetica. Sottinteso infine, il fatto che l’eugenetica non dovrebbe essere soggetta a speculazioni di tipo economico, dimostrandosi accessibile e finanziata in prima ed ultima istanza, da parte dello stato anziche’ dello strapotere privato e centralizzato. Sarebbe dunque opportuno caldeggiare e scoprire gli altarini dietro la degradazione di tecnologia e genetica, al fine di massimizzare i benefici di esse solo a beneficio collettivo. Per concretizzare tale proposito inclusivo, e’ vitale troncare la proprietà’ dei media e della produzione tecnologica e genetica, da masnade di potere privato, in antitesi all’effettivo benessere comune.

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Grandi artisti di oggi e limiti dell’arte contemporanea

Quando si gusta l’arte figurativa di Damien Hirst, si può pensare all’abolizione o superamento del concetto industriale di replica, in favore di riproduzioni particolareggianti dei manufatti originali. Tant’è vero che il principale esponente e sostenitore dell’associazione “British Young artists”, ha rivenduto una replica della sua originariamente maggiore opera scultorea, ad un prezzo superiore rispetto all’originale. Lo squalo tigre, l’opera in questione, imbalsamato come il primo grande impeto artistico che l’ha imposto-Hirst- sul palcoscenico mondiale dell’arte contemporanea- con la presentazione di un’opera di rottura artistica con il passato. Infatti lo squalo tigre, lungo qualche metro ed esposto nei maggiori centri museali britannici, è una scultura di un opera animata, seppur spirata, in antitesi alle sculture di marmo come quella di Riace, in Calabria. Ma la genialità creativa dell’Hirst, è in grado con le sue opere, di approfondire fino al superamento, il concetto della morte, che evoca come un momento di passaggio ad una nuova vita-magari lo squalo battuto da Christie’s, seppur morto appare vivo in maniera diversa, perche’ addirittura vivo fino all’immortalità-. Ecco allora la creatività che squarcia la concezione tradizionale dell’arte anche sul piano materiale, ma non su quello simbolico, in quanto Hirst con gli squali suffraga la religiosità che vede immortale l’uomo, e lascia intravedere uno spiraglio di immortalità animale, all’interno del mondo terrestre, magari grazie all’uomo.

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Hirst è stato molto osteggiato a causa della sua presunzione e perentorietà artistica che irradia il concetto di vita e di morte, tuttavia il mercato lo premia come uno dei migliori e più costosi fra gli artisti contemporanei.

Conosciuto al pubblico di massa attraverso il celeberrimo teschio coperto di diamanti dalla forte accezione evocativa. Forse al tempo in cui si vive per accumulare potere e danaro, il diamante come rifinitura di un teschio può alludere tanto alla morte di lavoro, quanto alla caducità del denaro, inutile al morto qualora fosse un teschio.

Io però definirei lo stesso concetto con l’importanza degli stessi diamanti attorno al teschio, per i discendenti di quel teschio, che ne possono godere con forme economiche immateriali ma utili e di valore quanto i diamanti. Hirst è tutto ciò che l’arte incarna ora ,ovvero l’eccentricità, la qualità, il coraggio e la variazione. Ma sopratutto l’industrializzazione e la prosperità economica, siccome per Hirst lavorano dalle quaranta alle ottanta persone. Io ammiro, un’altra opera dell’Hirst, le rappresentazioni di due teche in cui sono racchiuse, rispettivamente larve di insetti, filo elettrico, e nella seconda teca gli insetti sviluppati, a testimoniare la difficoltà della sopravvivenza per ognuno, in cui il filo elettrico si traduce in disoccupazione, malattia, degenerazione, o ignoranza frammista alla perdita.

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Sebbene si sappia alienare le simpatie del mercato opulente, Damien Hirst è l’incarnazione di una nuova era rinascimentale dell’arte, che tuttavia è ancora imprigionata in una fase discendente di medioevo.




Lezione degli esseri piu’ forti del mondo

Quando si parla di tardigradi si apre la porta sul mondo dell’invulnerabilità che, se declinato in chiave di benessere e in linguaggio artistico, vuol dire “imbattibilità”. Il più taciuto desiderio umano infatti converge nell’imbattibilità, non solo per il microcosmo della frustrata virilità degli oppositori di Trump, ma anche per le donne inciampate nella spirale che vede l‘esteticità dettare le regole all’azione corrosiva dell’anzianità.

I tardigradi sono i più minuti fra gli esseri viventi, simili ad orsetti lunghi un millimetro ed impermeabili alle temperature glaciali, a quelle laviche, alla fame, alla sete ed alla mancanza di partner per la riproduzione. Presenti nei tronchi degli alberi ed in altri ambienti invisibili al distratto occhio umano, i tardigradi dispongono di capacità tali a rallentare o stoppare i ritmi biologici di assunzione di cibi ed acque allorchè questi scarseggiassero, sanno raffreddare o riscaldare il proprio sangue in relazione alle temperature dell’ambiente-tanto che sono gli unici esseri viventi a sopravvivere nello spazio- infine i tardigradi si riproducono, per molte specie, senza la fecondazione.

Prima della pubblicazione di risultati utili all’uomo derivati dai tardigradi, io ravvedo nella capacità di rimanere immoti o agire lentamente di questi esserini, una risorsa per la sopravvivenza da utilizzare tutte le persone. Persone che nella fattispecie non avvertono in sè le risorse di agire, subito ed in un modo o nell’altro, nella cornice di eventi traumatici o potenzialmente destabilizzanti. Ad esempio di tale genere di eventi, si può prendere un lutto o la fine di una storia amorosa che richiede azioni e andature immediate per non bloccare il percorso iniziato, o per riprendersi prima di lanciarsi in una nuova avventura. Questa considerazione si riallaccia alla recente ricerca che interpreta come azione anche nessuna azione; ovvero anche non fare nulla comporta un’azione, che corrisponde al principio logico che vede un atto anche nello sforzarsi di non far nulla. Alla luce di ciò è il caso di accettare il concetto che non tutti possono o riescono a fare il “dovuto”, il necessario o il richiesto, nei tempi prescritti dal pensiero unico, e questo in relazione a capacità di gestione diverse sotto tutti punti di vista: ognuno infatti, supera un dramma, un lutto, una separazione amorosa, familiare o affettiva, ma non con gli stessi tempi e le modalità di chiunque altro, o di chiunque venga preso ad esempio come una persona che fa bene ciò che si richiede. Ecco che i tardigradi superano tutto fuorchè i bruschi cambiamenti climatici, i quali li uccidono. E qui si riscontra un fattore che rende paradossalmente l’uomo più forte dei tardigradi grazie alla sua mente, per un motivo: l’uomo conosce in anticipo luoghi con temperature diametralmente opposte e prepara per sè l’equipaggiamento necessario per non perire in caso dovesse andare in una zona con molto dissimile sul piano climatico, da quella da cui l’uomo proviene. Ma l’uomo certe volte tende a soccombere a condizioni molto difficoltose o problematiche, che generalmente non hanno a che fare con i cambiamenti climatici differentemente dai tardigradi. Dunque per salvarsi, l’essere umano deve imparare in casi iper problematici, a rallentarsi fino all’immobilità in una sorta di auto ibernazione, la quale consente di recuperare energie e risorse psicofisiche mentre ci si plasma sulla “nuova” situazione esiziale, ma tenendo a mente che la finalità di questo processo, consiste nella sopravvivenza che poi darà adito ad una nuova fase di vita, di ripartire non appena le condizioni sufficienti di vivibilità, saranno state ricreate. Questa è una proprietà della vita stessa.




Scrittori inaspettati, disabilita’, Welfare forte, lotta alla poverta’: origini del Natale

Non viene sovente rimarcato il dato che vede Charly Dickens in tre condizioni antipodiche, ovvero: la sua preminenza nell’albo dei singoli libri di romanzi maggiormente venduti della storia-i duecento milioni di Oliver Twist; la disabilita’ acquisita dello scrittore che gli valse una molto alta pensione; la vena imprenditoriale partorita dall’ex giornalista e sopratutto scrittore Dickens, che gli permise di fondare un importante giornale in Gran Bretagna.

Charlie Dickens, tra i principali scrittori della storia, era un giornalista schierato con la verita’ intesa come tutela indefessa degli indigenti; colui che nato povero, denuncio’ tra i primi i soprusi del capitalismo nell’Inghilterra ottocentesca, in cui si rifletteva lo stesso copione che caratterizza i nostri giorni; Dickens fu un’artista che collimo’ ed espanse con e nel giornalismo, le dinamiche che brutalmente permeavano la popolazione del ceto basso, fino ai reietti, con i principali suoi romanzi; la sensibilizzazione occidentale nei confronti dei sofferenti, dei bambini orfani o castigati in orfanotrofi delittuosi; persone impedite dal ceto sociale basso nello studio per redimersi, sono rielaborate nei racconti di questo artista senza tempo.

Vittima egli stesso di un’infanzia sofferta, di un ambiente familiare ostile, Dickens fu l’antesignano artistico della condizione fallocratica che impostava la societa’ familiare e sociale, con la donna sottomessa, i figli maschi spediti al collegio per non avere pensieri e salvare l’intimita’; ancora nella Gran Bretagna madre della Rivoluzione Industriale, Dickens esortava il popolo allo studio e, con David Copperfield, adatta la trama romantica del matrimonio con una prostituta, da parte di un affermato avvocato dal fosco passato e dalle profonde ferite inferte dalla societa’ plutocratica: il tutto dopo il diniego ad obbedire alle regole strampalate imposte nella famiglia dello sposo avvocato, da parte del patrigno.

Oliver Twist egemonico tra le vendite di ogni epoca di un singolo romanzo, focalizza le peripezie che incontra un bambino abbandonato al fine di svincolarsi dalle cattive amicizie della strada e costruirsi una vita rispettabile, ad onta delle menzogne ed i pregiudizi sociali, montati ad arte per danneggiarlo o avvantaggiarsi. Icona della societa’ contemporanea degenerata, Oliver approda all’universita’ e ad una vita meritata, mediante la benevolenza di un padre adottivo facoltoso, colpito dalla sua umanita’.

Racconti di Natale forse, esprime l’apoteosi artistica del narratore che era anche un giornalista politico, nel ricongiungere l’arte con la mera religione; allorche’ il datore di lavoro sfruttatore di un impiegato ingenuo o probo o entrambi,che non si oppone mai allo stato padronale anche se con il salario cosi’ basso, non riesce a pagare le cure del figlioletto ammalato. Cosi’ la religione viene irrorata dall’arte, come sempre fa la religione con l’arte, e l’avaro, facoltoso datore di lavoro, ha la scintilla per immedesimarsi nell’impiegato e salvare il figlioletto di quest’ultimo, da morte certa grazie al sostegno economico.

La critica al liberismo ed alle basse paghe tanto attuale, edulcora il Natale dickensiano dapprima, e quello posteriore dei giorni attuali, con il sentimento di bonta’ diffusa e dei regali incrociati. Il Natale come festa religiosa, ieratica e concreta mediante l’atto generalizzato del dono, e’ un ulteriore lascito del grande scrittore britannico Dickens, alla stregua del reading letterario oggi in progressiva diffusione; infatti lo scrittore/giornalista/imprenditore si trovo’ nella scoptica condizione in cui una dovizia di falsari americani vendevano i suoi libri eludendo i diritti di autore. Dunque la trovata geniale e pionieristica di una vetusta personalizzazione dei libri, in cui l’autore leggeva in pubblico, a mo’ di attore, le sue opere, con la riscossione di un successo stupefacente.

La parabola artistica di Dickens si concluse, stocasticamente, con la morte da affaticamento lavorativo da reading cui lo sottoponevano i suoi datori di lavoro, come colpo di grazia al primo, principale e piu’ illustre, paladino artistico letterario del diritto ad una vita dignitosa permessa da salari adeguati ed umani; umani dal punto di vista del tempo imposto a lavorare, in antitesi alla schiavizzazione massiccia e da sempre fregio delle societa’ opulenti e paradossalmente “avanzate”.




La migliore alternativa, gratuita, all’adrenocromo

Constatato quanto il sangue di bambini adrenalizzato sia il vero elisir di lunga vita per l’elite, bisogna inquadrare per correttezza, la potenza spirituale della fede, come valido e migliore sostituto gratuito, al sangue adrenalinizzato.

Nella societa’ secolarizzata e suffragata dal laicismo imperante collegata con l’ateismo, il degrado spirituale causato dal nichilismo e dalla perdita di fede cristiana, sfocia nell’indebolimento fisico e mentale: uomini e donne senza dio, immersi in un parossistico senso di onnipotenza, necessitano di adrenalina naturale, non droghe, per sentirsi in estasi e in un apoteosi di benessere, potere e capacita’ reali. Con adrenalina naturale, scevra di droghe, non si danneggiano corpo e mente per cui i personaggi della grande elite, adusi a pratiche sataniche e dissocative, ne hanno bisogno per non morire progressivamente.

L’unico modo per appropriarsi di adrenalina fisiologica consiste nel torturare ed impaurire i bambini al punto da fargli secernere questa sostanza che si estrae dal sangue. Per tutto cio’ vi si assiste a scomparse annuali di milioni di innocenti bambini nel mondo, con la compiacenza di burocrati e comandanti dei servizi pubblici di legge, controllo, ricerca, polizia, anagrafe e affidamento. E’ a causa della ricerca spasmodica di adrenocromo che si e’ allargata la forbice di corruzione mondiale in una spirale di cannibalismo e riti vampireschi.

Bere il sangue ricolmo di adrenalina dei bambini, e’ l’unico mezzo per ravvivare corpi menti ed anime cadaveriche di persone potentissime, avvolte in dottrine e pratiche sataniste che ne elidono energie vitali. Il mondo e’ ora al bivio di continuare ad essere governato da abietti individui immersi in processi immondi e basse vibrazioni degenerative, che indirizzano il mondo verso una spirale lapalissiana di crisi e degenerazione; oppure il mondo deve riabbracciarsi in senso letterale l’altra parte della sua croce, ossia la dottrina cattolica verso elisir di lunga e infinita vita.

La Religione cattolica e’ fondata su riti di incomparabile spiritualita’, benevolenza, disciplina, abnegazione amore e liberta’, forieri di vibrazioni alte, ossia energia vitale, potere spirituale infinito e declinato alla quotidianita’. Siccome e’ stata dimostrata la preghiera come fonte di endorfine e potere, si capisce come il vero, gratuito e foriero di pace e progresso mondiale, elisir di lunga vita, sia la pratica religiosa cattolica.

Il fatto che con la scusa della pandemia di Covid sia vietato di celebrare la messa cristiana di mezzanotte a Natale, scoperchia il vaso di Pandora riempito di segreti e programmi del potere vero, contro dio e gli uomini.

E’ opportuno pregare, frequentare i luoghi di culto e i fedeli cristiani, per trarre vigore, benessere e risorse adatte a contribuire nel salvataggio del mondo, dei bimbi seviziati per adrenocromo e se stessi; sotto l’egida di dio.




La cocaina sconosciuta

Secondo recentissime statistiche, l’Italia figura come terzo consumatore mondiale di cocaina nonche’ primo in Europa, ad onta della demografia italiana che la piazza quarta in Europa e fuori tra le prime dieci nazioni piu’ popolose al mondo. La cocaina e’ un volano di ricchezza non solo malavitosa, bensi’ delle grandi oligarchie finanziarie e grand’industriali all’apice del potere mondiale. Infatti gli introiti maggiori derivanti dalla vendita di stupefacenti, finiscono nei forzieri dei produttori di droga, i medisimi collusi ed in societa’ nelle principali sedi produttive e di potere al mondo.

La droga e’ consentita in quando elemento di comodo dal punto di vista economico e politico per le oligarchie e plutocrazie mondiali, con la bandiera ipocrita della legalita’ assolutamente in lotta al sistema di droghe. Di fatto pero’ la cocaina e’ una merce facilmente recapitabile, dal prezzo sempre piu’ calmierato, e dall’effetto psicotropo utile al potere: nel manoscritto “I protocolli dei Savi di Sion”, la droga veniva assimilato ad un encomiabile strumento di controllo mondiale per mezzo di stordimento, dipendenza, indebolimento, perdizione collettivi. La droga dunque viene tollerata e favorita dal vero potere, che ne ricicla i proventi e legifera nello sfavore e sordita’ dei popoli sedotti, disinteressati, dissociati e consumatori di droga.

Tornando all’Italia principale consumatore continentale di cocaina, va alluso il fatto che la devianza sociale anche dei ceti alti in Italia, viene corroborata da uso e abuso di tale droga.

Siccome l’Italia e’ il perno del cristianesimo, della civilta’, della cultura e dell’industria mondiale, e’ consequenziale dedurne quanto essa sia nel mirino delle oligarchie sataniste.

Tali oligarchie sataniste hanno l’obiettivo primario a lungo termine, di demolire l’Italia, l’italianita’ e l’ontologia della sua cittadinanza, con strumenti di guerra non convenzionali come la diffusione capillare di droghe perniciose.

In Italia oggi la popolazione e’ sempre piu’ anodina, neghittosa, dissociata e passiva, specialmente le classi alte, con la tara della religiosita’ e solidarieta’ sgretolate e traballanti. Dedurre che le droghe di cosi’ alto consumo e facile recapito siano concause di cio’, impone alla popolazione di rintuzzare le oligarchie finanziarie dalla droga alle privatizzazioni fino alla politica, per salvare il Paese con uno stato accentratore di potere e disciplinato dalla Costituzione.




La felicita’ economica

Per quanto il libro il cui nome e’ citato in questo titolo non appartenga alla letteratura di pregio come risultano i classici di narrativa, la sua funzione pedagocica, paideutica e di piacere, la svolge in modo encomiabile. Marialuisa Visione infatti, nel manoscritto:”La felicita’ econonomica”, coinvolge, dona piacere e rasserena il lettore, attraverso l’analisi e l’indirizzo che trasmette, in una gestione oculata, iperorganizzata e consapevole, delle risorse economiche anche esigue, in chiave di felicita’ futura e stabilita’ presente. Passando in rassegna strumenti innumeri di pianificazione strategica sia finanziaria che legislativa, si convoglia il lettore verso un orizzonte di logica e monitoraggio costante dei propri flussi economici, con un rapporto consapevole ed attivo verso i debiti da controllare totalmente.

Con nozioni legislative, fiscali, empiriche, questo libro amplia gli orizzonti in una presa di potere verso risorse economiche e soggetti finanziari, plasmandoli in maniera implacabile verso leciti e non egoistici, interessi personali. E se si conviene che la base della felicita’ e’ la serenita’, probabilmente la Felicita’ ecomomica e’ un effettivo strumento di felicita’ consapevole e infinita.




Arte impresa e Stato

La necessità manageriale oramai impellente, per il paese “italia”, sta nella salvaguardia oltre che valorizzazione ed affermazione, dell’arte manifatturiera intesa anche come mera creazione di oggetti, dipinti, creazioni artistiche di ogni sorta.

I fondi quasi obsoleti perchè decretati inutili e controproducenti, alla stampa assoggettata al potere economico privato, andrebbero assolutamente reinvistiti nel circolo reinventato di produzione artistica all’”italiana”, sopratutto in relazione alla proliferazione di dipinti, sculture ed ogni genere di agghindo che ha affermato l’egemonia italiana nella storia, anche attuale. Tanto importante, l’ausilio all’arte estetica, in tempi di decadentismo della bellezza, imbarbarimento della platea di consumatori, e affaccio di nuove forrme di produzione materiale artistica non belle e “riempienti” quanto la produzione totale del genio artistico italico. Dunque alla stessa stregua della stampa in passato, tutelare l’autonomia creativa, estetica, degli artisti e produttori di bella manifattura italiana, è compito prioritario di ogni governo attuale e futuro, in Italia.

La bellezza moderna e’ prossima nei manufatti, dovrebbe scaturire dalla vetusta ma avanguardista Italia; e quant mai categorico, questo processo, diventa allorchè vi sia un assalto verso le aziende e i creativi italiani di eccellenza artistica o meramente produttiva-vedi Pininfarina, Bugatti, Lamborghini, Bulgari, Gucci, Versace- in ultima istanza. E con la consapevolezza che i prodotti italiani sono i più contraffatti al mondo, imporre dazi ai paesi ed a coloro che alterano la qualità e l’originalità dei prodotti italiani, o semplicemente bloccarli con l’impiego dei servizi segreti nostrani, sarebbe un atto prioritario nella visione di riaffermazione ed espansionismo globale, di cui l’Italia produttrice e vice-locomotiva d’Europa, necessita…




Il segreto di Amazon

Ci si chiede da più fonti quale sia il trucco di Amazon, nell’aver Bezos, il proprio fondatore, l’uomo più facoltoso del pianeta, ed in un arco temporale più breve rispetto agli abilissimi Bill Gates e compagnia, fatto superare ad Amazon appunto, le principali imprese a livello di valore assoluto.

Amazon guadagna in borsa, in base alle proiezioni di mercato, le quali preconizzano un mondo disposto a pagare l’alta cifra di oltre cento dollari annuali, per assicurarsi un ventaglio di prodotti e servizi oggi acquistati esclusivamente da minoranze di persone economicamente fortunate. Jeff Bezos, proprietario ufficiale di Amazon, è il paradigma di management economico, in grado di fidelizzare una crescente clientela nel pagare cifre cospicue per assicurarsi beni e servizi considerati come “indispensabili”. Indispensabili solo in quanto irrinunciabili per costruire o stabilizzare il proprio personale equilibrio fondato sul concetto esacerbato di consumismo che ha permeato tutti.

Oggi l’importanza di un prodotto e di un management, vengono decretati dal livello di percezione con cui un numero crescente di consumatori, considera indispensabile il bene da esso prodotto.

Siccome bisogna, per questioni di salvaguardia mondiale, pensare in maniera antitetica al consumismo imperante, il punto cardinale imperniato sull’eccellenza di un management e di un prodotto/servizio, sta nel rendere indispensabili prodotti e servizi, realmente utili, costruttivi e avvicinabili, dal punto di vista comunitario-, in alternativa a ciò, il mondo si avviterebbe in una spirale autodistruttiva, in cui l’emblema della democrazia e della dignità individuale, sarà emarginata allo stato di utopia, in una società demoniaca…




Bansky migliore e pazzo artista antiglobalista

Bansky e’ un egregio paradigma di arte pittorica coniugata nei postmoderni graffiti e nell’arte “ stradale”; ma e’ sopratutto il sommo rappresentante dell’anticonformismo artistico che si palesa nelle invettive figurative alla politica, alla deontologia inappropriata di oggi, alla celebrita’ ed alla prosperita’: infatti Bansky e’ un pittore di cui si conosce solo l’eta’ quarantennale anziche’ l’identita’, oltre che la nascita inglese, presso Bristol.

La provocazione, i richiami alla morale, la critica politica ed economica fanno da soggetto alle creazioni del principale esponente della stencil art, che ha dipinto il muro di separazione tra Israele e Cisgiorndania, con molteplici icone di bambini atti a sorvolarlo, oppure a crearsi una breccia per gustarsi il paesaggio libero da ombre. Ed e’ quel muro decretato antitetico ai diritti umani dal tribunale dell’Aia del 2004, ad aver reso l’azione di questo pittore eclettico, davvero degna di lode, in ottemperanza a cio’ di cui e’ capace l’arte se utilizzata da uomini liberi ed anticonformisti. Di Bansky colpisce ancora la facile ermenutica e la comprensibilita’ delle creazioni, che hanno riproposizioni di immagini pubblicitarie con stile pittorico e colori grigio-scuri, popolate da disparate forme di vita, animali e antropomorfe. Ma cio’ non limita all’artista di espandere il suo credo anticonformista ed antiglobalista allorche’ ha dipinto il celeberrimo “Show me the Monet”; questa creazione mostra un paesaggio perfettamente uguale a quelli monetiani sul lago, con il ponte, ma spezzato da un cono stradale e carrelli delle spesa distorti. La colorazione uguale a quella di Monet afferma le alte doti pittoriche di questo colossale artista. Lo stesso pittore che porta alcuni suoi quadri nei principali musei e consessi artistici, in aperta critica con la capacita’ economica che impone i propri gusti figurativi e riserva ai soli facoltosi la opportunita’ di gustare ed acquistare opere di pregevole fattura. Bansky non consente riproduzioni delle sue opere ma sovente le lascia in fruizione e in proprieta’ nei luoghi pubblici dove le compone e le espone.

Le opere principali di questo artista poliedrico sono il Fallng shopper in cui ritrae una donna in scuro dai capelli irti, la gonna stile tailleur e i tacchi, che affonda in un abisso assieme al suo carrello della spesa. Un consumatore questo, prettamente inglese e preda di quel sistema globalizzatore che ha trovato un nuovo slancio nei supermercati in cui il cibo da necessita’ diviene bene di moda e largo consumo connesso con le dinamiche del potere e del denaro. Questa donna che cade e porta in un abisso amorale il suo carrello della spesa, e’ forse l’icona di quella ventura fine del mondo, paventata dagli esponenti della salvaguardia delle risorse mondiali rispetto al commercio inveterato delle stesse per fini sopratutto o soltanto economici.

Ancora no ball games e’ il vero e proprio manifesto banskyano contro il proibizionismo e le violenze sui bambini, relativamente al divieto posto loro di giocare con la palla all’ombra di un muro, figure oscurate dal Grande Fratello odierno, forse, tuttavia l’ilarita’ dei soggetti che traspare dalla luce oscurata e si riflette sull’ombra del muro, e’ il manifesto della spensieratezza dei bambini da salvaguardare; bambini che riescono a sdrammatizzare i fenomeni malsani del sociale e vi fanno fronda allorche’ giocano con i cartelli di divieti alla stregua di un pallone.

In Sweeper invece, Bansky ritrae quella parodia del mondo occidentale, in particolar modo, allorche’ una donna vestita in un misto fra tata e cameriera otto-novecentesca, spazza e ripone la polvere su un muro pieghevole nei lembi, alla stessa stregua di un tappeto. E sara’ proprio questa focalizzazione del muro a rendere l’artista di Bristol un palladio antisionista, antisoprusi ed in grado di ibridare alla perfezione atmosfere, personaggi e temi del passato, con la drammaticita’ e le icone del presente, in tipica capacita’ universalista e metatemporale.

Cosi’ da artista poi personaggio indiscreto e scomodo, Bansky diviene per necessita’ il principale rappresentante della tecnica pittorica dello stencil, ossia la facolta’ di mettere colore su disegni gia’ elaborati in studio, in grado di renderlo produttivo e imprendibile per la polizia: infatti Bansky finisce i murales in quindici minuti per mezzo della composizione del disegno su lastra solida che deve solo riempire di colore…