De Micheli attentati al sud

Nessun quotidiano riporta questa notizia è già questo dà l’idea della gravità della situazione del Sud e soprattutto della Sicilia, ma ad appesantire il tutto c’è il ruolo di cui vorrebbe impadronirsi Forza Italia; quello di paladino per il meridione!
Forza Italia, quella che ha decretato i provvedimenti più devastanti per il Sud (famoso il saccheggio di Tremonti), per la scuola (la Gelmini unanimemente considerata l’Attila del sistema scolastico) soprattutto colpita al meridione ed infinite altre perle.
Eppure l’iniziativa dei forzisti meridionali e siculi nella fattispecie, obiettivamente è encomiabile almeno concettualmente. Sulla reale applicazione e sulla reale buona fede ormai vige il modulo “io vedo soldi, tu vedi cammello”; si crederà quando si vedrà in concreto.
Deludente in un crescendo rossiniano la prosopopea del “Ministro per le Promesse al Sud”, Provenzano che arriva addirittura a paventare le sue dimissioni se al Sud non dovessero arrivare i fondi dei quali fini ad adesso ha parlato, solamente parlato, come se la sua uscita dal Governo fosse causa di chissà quale iattura mentre per il Sud sarebbe l’ennesimo tradimento, l’ennesima disillusione, l’ennesimo tempo perduto mentre altri, come la De Micheli, non fanno altro che correre all’impazzata nella difesa del loro territorio, della loro base elettorale di ogni livello territoriale (comuni, regioni, Parlamento, aree di sottogoverno) mentre qui l’immoto, la menzogna, la parola sprecata sono le uniche ricchezze politiche rimaste.
Solo un cenno, però sarebbe il caso fare: al Sud cresce la disperazione e il disperato non ha nulla da perdere. Se a Roma ed in Confindustria, se questo sistema nordcentrico volesse il miracolo per credere al santo, non dovrà aspettare ancora molto.
Ad maiora!




Pd e sud nuovo ciclo

MEZZOGIORNO: DISCUSSA RISOLUZIONE DEI PARLAMENTARI MERIDIONALI PD NELLE COMMISSIONI CONGIUNTE TRASPORTI E AMBIENTE DELLA CAMERA
“Il ritardo economico del Mezzogiorno è inaccettabile e ingiustificabile perché non consente a un terzo della popolazione italiana di godere appieno di diritti, opportunità e prospettive che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini. Ed è oltremodo ingiustificabile perché le ricchezze culturali, ambientali, di capacità produttive inespresse presenti nel Mezzogiorno possono e devono essere utilizzate per il rilancio dell’economia dell’intero Paese”. Così scrivono i deputati meridionali del Pd in una risoluzione discussa stamane nelle Commissioni congiunte Trasporti e Ambiente della Camera. “La risoluzione, afferma Enza Bruno Bossio, -prima firmataria del testo- si propone di affrontare il tema del gap infrastrutturale Nord – Sud, con proposte operative, che devono essere previste già nei prossimi finanziamenti nazionali ed europei, dal Recovery Fund ai contratti Rfi e Mit. Tra queste, innanzitutto “l’Alta Velocità al Sud, da Salerno a Reggio Calabria e poi fino a Palermo con l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, realizzando una infrastruttura che ponga fine all’isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese. Oggi abbiamo registrato un fatto molto positivo- ha proseguito la parlamentare del Pd – avendo ottenuto sull’impostazione del nostro testo, la condivisione di tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione”. Nel testo della risoluzione, i deputati meridionali del Pd- scrivono che “l’impoverimento della dotazione infrastrutturale nel Mezzogiorno ha prodotto una sistematica crescita del gap con la restante parte del Paese. Dei 16.788 chilometri di rete ferroviaria, circa 12.000 (il 72 per cento) sono rappresentate da linee elettrificate. Tale rapporto evidenzia, anche in questo caso, la sotto-dotazione del Sud e nelle isole rispetto al resto del Paese.




Napoli capitale

PRIMA
Prima che ci venissero a liberare
non emigravamo per cercare lavoro.

Prima che ci venissero a liberare
non ci piovevano addosso insulti quotidiani.

Prima che ci venissero a liberare
nessuno ci chiamava piagnoni.

Prima che ci venissero a liberare
non avevamo vergogna della nostra origine.

Prima che ci venissero a liberare
mangiavamo pane per il corpo e cultura per lo spirito.

Prima che ci venissero a liberare
nessuno ci dava a bere una presunta inferiorità.

Prima che ci venissero a liberare
eravamo uniti da sette secoli.

Prima che ci venissero a liberare
avevamo le casse pubbliche piene.

Prima che ci venissero a liberare
non partecipavamo a guerre di aggressione.

Prima che ci venissero a liberare
non eravamo soggetti ad alcuna potenza straniera.

Prima che ci venissero a liberare
parlavamo al mondo con la nostra voce.

POI nel 1860 ci sono venuti a liberare.

di Antonio Lombardi




1000 miliardi sottratti al Sud

VILE ATTACCO AL SUD DI BONOMI, PRES. DI CONFINDUSTRIA. IL M24A-ET CHIAMA ALLA MOBILITAZIONE. O SI FA L’ITALIA EQUA O SALTA IL BANCO.

di Enzo Lionetti*
Affermare che se il Governo non dovesse accontentare il Nord, con i soldi del Recovery Fund dell’Europa, dovrebbe andare a casa, equivale ad un avviso incondizionato e perentorio da parte dei poteri forti massonici-industriali-finanziari alla libertà di azione del Governo.
Tutti, ma proprio tutti, stanno attaccando il SUD come mafioso, corrotto, incapace, dalla stampa del nord alle televisioni pubbliche della RAI a quelle private di Berlusconi Mediaset e La7.
Se c’è uno spiegamento di forze così importante è solo per un motivo.

Il Movimento 24 Agosto Equità Territoriale sta facendo enormi passi avanti nella tutela del Mezzogiorno d’Italia, è di nuovo all’ordine del giorno la “Questione Meridionale”, l’attenzione della Commissione Europea per le istanze e rivendicazioni del Sud Italia è eccezionale nella persona addirittura del Presidente Ursula Von Der Leyen.
I poteri forti massonici-industriali-finanziari nordisti sono stati scoperti nella più grande truffa di tutti i tempi, ovvero il furto di 1.000 MILIARDI di euro a danni del Sud solo negli ultimi vent’anni.
60 MILIARDI all’anno di mancati investimenti e servizi pubblici essenziali al SUD Italia da parte dello Stato italiano.

Il Movimento 24 Agosto Equità Territoriale ha un PROGETTO SUD importante, organico, coerente con le esigenze economiche, sociali, ambientali della Popolazione e del mondo delle Imprese.
Ed ha un PROGETTO per le Aree Interne di tutt’Italia che ridà dignità di appartenenza ad uno Stato civile e Democratico a larghe fasce di TUTTO il territorio italiano abbandonate allo spopolamento ed all’incuria con responsabilità gravissime dello Stato italiano.

I poteri industriali-finanziari nordisti non accettano il fatto che alcuni Presidenti di Regione meridionali, ampiamente suffragati dal voto popolare, hanno posto il tema DELL’EQUITÀ TERRITORIALE al centro della loro azione politica, rafforzati da molte dichiarazioni di MINISTRI della Repubblica Italiana che hanno posto l’esigenza politica DELL’EQUITÀ TERRITORIALE.

Occorre una grande mobilitazione il 6 ottobre a Roma, in Piazza Montecitorio, con il Movimento 24 Agosto Equità Territoriale per affermare i principi costituzionali dell’Equità e dell’Uguaglianza Sostanziale, nella ripartizione delle risorse del Recovery Fund e del Bilancio Pubblico Statale, dei Piani Industriali delle grandi Aziende di Stato come ENI, RFI, TRENITALIA, ANAS, LEONARDO, FINCANTIERI, POSTE ITALIANE, ALITALIA e tante altre.

Il Movimento 24 Agosto Equità Territoriale ha bisogno di tutti in questo particolare e fondamentale momento storico.
Tradire il SUD Italia in questo momento storico equivale a condannare 20.000.000 di italiani all’emarginazione ed al sottosviluppo.

NON LO CONSENTIREMO MAI. O SI FA L’ITALIA EQUA O SALTA IL BANCO.
*direttivo nazionale M24A-ET




Universita’ del Sud limitate

UNIVERSITÀ DEL SUD PENALIZZATE, MANFREDI SE CI SEI BATTI UN COLPO
Gli atenei del Nord recuperano più soldi dalle tasse rispetto a quelli del Sud. E quindi avranno un migliore rapporto tra spese per personale ed entrate generali. Una benemerita politica universitaria che aiuti gli studenti a non pagare tasse o a pagarne molte meno, sarà così punita nella ripartizione dei PO. Con meno assunzioni e progressioni di carriera. Utilizzando le convenzioni sui PO, è come se si spostassero al Nord 354 ricercatori. Poi si chiede agli Atenei del Sud: perché siete indietro in varie classifiche? Avete meno matricole, meno iscritti, meno studenti in corso, meno soldi, peggiore offerta formativa, pubblicate meno articoli scientifici e così via? Avrete minori finanziamenti!
Tale ridotta possibilità di migliorare i servizi, ampliare l’offerta formativa, offrire prospettive di carriera ai dipendenti, aumenterà il gap tra università del Sud e del Nord. È il noto “effetto San Matteo”, per cui “a chi ha verrà dato e avrà in abbondanza, mentre a chi non ha verrà tolto anche il poco che ha” (Matteo, 13, 12).




La distruzione della Calabria

Sono i media gli artefici dei peggiori mali che affliggono l’opinione pubblica, come quello del razzismo territoriale: sebbene io conosca Massimo Giletti di persona e sia giornalista, non posso esimermi dal definirlo un collega incapace e fazioso; le sue invettive contro la Calabria recentemente sbandierate su uno dei principali canali televisivi d’Italia non fanno merito alla categoria giornalistica ne’ suffragano una vitale, opportuna ormai, opera di unificazione italiana strutturale. La sanita’ calabra su cui si e’ cristallizzato il bislacco presentatore torinese mostra crepe finanziare che la obbligano ad un commissariamento decennale ancora in corso: tale commissariamento ha raddoppiato l’entita’ dei debiti; e la ripartizione dei fondi per la sanita’ meridionale- occultata da Giletti-anziche’ andare per il 34% al comparto del sud Italia come prescritto, arriva a meno del 25%, tutto in favore del settentrione dell’eccellenza e degli scandali e latrocini sanitari. A tal punto e’ fisiologico avere ospedali di serie cadetta e malati mal curati, nelle regioni del sud Italia; Giletti se non dice o non sa cio’ o e’ inadeguato a svolgere il proprio ruolo oppure e’ omertoso alla stregua dei mafiosi che puntualmente stigmatizza.

Sono i criteri di assegnazione dei fondi statali per i servizi dei cittadini, in base alla percentuale di popolazione, a non essere rispettati in Italia, nonche’ causa principe dell’inviluppo e degrado al sud di Napoli. Cosi’ come il costo del denaro, che presso il sud e’ quasi il doppio del nord, come si evince dai dati che vedono l’annessione di quasi tutti gli istituti e sportelli e sedi decisionali, relativi alle banche meridionali, presso il settentrione italiano. Binariamente ai fondi e distribuzione delle ferrovie per la linea veloce, delle universita’, degli asili nido, dei porti, il sud italiano e’ indefessamente svantaggiato e dileggiato per presunta inefficienza. Senza affermare tali dati, ed esecrando con minacce televisive chi non aderisce alla propria visione, Giletti opera con metodi mafiosi, divulga disinformazione, incrementa il razzismo territoriale e non beneficia l’Italia, che necessita di una effettiva integrazione infrastrutturale, produttiva, culturale e demografica, tra i suoi poli di territorio posti agli antipodi, nonche’ propedeutici per la crescita.




Rete Sud commerciale e culturale piccoli centri grazie al Molise

Un’idea Molisana che vede nel Comitato tecnico scientifico Maurizio Varriano, Lino Rufo e Dionisio Cofelice.

Il bello del dire, è ancora più bello, quando subito dopo aver parlato, ci si può compiacere di aver già fatto quanto “favellato” in precedenza.

In politica, si sa,  quello che si dice oggi è già vecchio ieri ma, a volte, se la volontà, la passione, la gioia di essere partecipi e desiderosi di ampliare vedute e progetti, nella logica del pizzico di follia, dei sogni , le parole dette diventano pane per bocche dal palato sopraffino e, si torna con il risultato sperato. Tre sindaci intuiscono che i progetti dal basso sono sempre i migliori, si stringono la mano ed, il 18 settembre 2020 in quel di Castel San Lorenzo, costituiscono la rete dei Mulini a pietra. Luoghi dello sviluppo economico e commerciale delle piccola comunità così come di incontri e scambi sociali e culturali, i mulini sono parte integrante dei nostri splendidi borghi. Da questo presupposto, con l’aggravante della tradizione, dell’essere unici e mai banali, nasce il progetto “Andar per Mulini”, che intende restituire alle future generazioni tali valori tra innovazione e recupero delle tradizioni e dell’identità culturale. Una location di rara bellezza, ed il progetto e la nascente rete ,presentati venerdì sera presso il Mulino del Principe di Castel San Lorenzo, nel corso di una conferenza di presentazione nell’ambito di un progetto che vede il coinvolgimento dei Comuni di Bovino (Foggia) , Morcone (Benevento) e Castel San Lorenzo ( Salerno), si fondono in una colata di intenti senza precedenti : dalle parole ai fatti.

A promuovere il progetto, i Comuni di Bovino, capofila, Castel San Lorenzo e Morcone, grazie alla partecipazione attiva dell’ associazione culturale Parvares e la rete dei Borghi d’Eccellenza con a capo Maurizio Varriano che nell’occasione hanno sottoscritto un dettagliato protocollo d’intesa. “L’intento è quello di mettere in rete un patrimonio inestimabile costituito dai tanti mulini disseminati nel nostro splendido Paese – spiegano gli ideatori – grazie all’idea di un gruppo di mugnai, che da tempo immemore diffondono le virtù dell’oro più pregiato al Mondo : il grano, ed al coinvolgimento delle rispettive Amministrazioni comunali”.

Il progetto e la nascente rete dei mulini sono stati presentati venerdì sera presso il Mulino del Principe di Castel San Lorenzo, nel corso di una conferenza di presentazione organizzata dall’associazione culturale Parvares. Al primo incontro, a cui seguirà la costituzione della rete in quel di Bovino, hanno preso parte, il sindaco di Castel San Lorenzo, Giuseppe Scorza, coadiuvato dall’intera amministrazione comunale; il sindaco di Bovino, Vincenzo Nunno; in rappresentanza del sindaco di Morcone, Luigino Ciarlo, l’assessore Alessandro Delli Veneri; i mugnai Massimo Zambri, Dionisio Cofelice, Paolo di Mella;  Carlo Bosna, dell’Agenzia Regionale del Turismo Puglia Promozione; il coordinatore dei Borghi d’Eccellenza,  Maurizio Varriano, Mafalda Inglese, presidente dell’associazione Parvares.  Ospite della presentazione, che ha concluso la serata, il cantautore Lino Rufo.

Presenti a supporto del progetto, l’avv. Vincenzo Florio erede del Mulino storico di Morcone, poi donato all’ente Comune, Tonino Lombardi, presidente dell’associazione Morconese che si occupa della manutenzione e dell’uso storico e culturale del Mulino, la famiglia Grasso da Bovino, proprietaria dello splendido Mulino Bovinese coadiuvata dall’ing. idraulico Carmen Troncone, progettista del recupero del mulino stesso, tantissima gente che ha sapientemente e diligentemente ascoltato ed apprezzato quanto posto all’attenzione. All’uopo è stato costituito il Comitato Tecnico Scientifico di supporto che vede così essere composto: I tre sindaci promotori o loro delegati;

• Presidente : Carlo Bosna

• Coordinatori : Maurizio Varriano e Pasquale Rufo detto Lino;

• Dionisio Cofelice, mugnaio;

• Vincenzo Florio, consulente legale;

Alla rete potranno conferire la loro adesione Comuni e privati che abbiano un Mulino a pietra nel loro territorio o che ne siano proprietari.

Già hanno fatto richiesta di adesione oltre 100 mulini di tutta Italia. Una giornata intensa, iniziata con la splendida accoglienza da parte dell’intera amministrazione Comunale ospitante, proseguita intensamente grazie alle gratificanti leziose ed intense relazioni dei relatori e, conclusa magicamente con le note di un Lino Rufo, ispirato ed ispiratore di note che con il trastullar delle membra al dolce sentire delle acque, hanno raccolto la serata in un lungo e compiaciuto applauso.




Il Nord palla al piede del Sud

Sei un meridionale?
Sai cosa sono i #LEP?
No?
Dovresti!

I LEP sono i Livelli Essenziali delle Prestazioni.

Vuol dire che lo stato dovrebbe destinare la stessa spesa pubblica procapite in tutte le regioni d’Italia.
Per ogni cittadino ci dovrebbe quindi essere una X che viene destinata dalla ripartizione della spesa pubblica (e questa X dovrebbe essere uguale per tutti, in ogni parte d’Italia).

I LEP sono previsti per legge dal 2009, eppure non vengono applicati (tutto ciò a danno del Sud, che a causa di questa situazione perde 61 miliardi di euro ogni anno).

Anche prima del 2009 al Sud arrivavano questi soldi in meno ogni anno, prima però avveniva “di nascosto”.

Vi starete chiedendo come sia possibile, vero?

Molto semplice.

Nel 2009, quando i leghisti andarono al governo con Berlusconi, fecero passare questa legge (nota come legge Calderoli) sul federalismo fiscale.
I leghisti probabilmente erano convinti delle scemenze che dicevano, ovvero che il “Sud fannullone” derubasse il Nord, “Roma ladrona”, etc…

Scoprirono invece che non era così, anzi le regioni del Nord, nella redistribuzione, ricevevano molti più soldi procapite.

Nello specifico fu Giorgetti a scoprirlo, che dal 2013 al 2018 fu presidente della commissione per il Federalismo Fiscale.

Su sua richiesta, ricevette i dati sulla redistribuzione dei fondi dal ministero del Tesoro e alla fine insabbiò tutto (i dati fornitigli ufficialmente non risultano infatti agli atti).

Chiese anche di fare una seduta segreta come in antimafia, la cosa risulta dagli atti, dando come motivazione che “i dati sarebbero potuti essere scioccanti”.

E in effetti i dati erano scioccanti, aveva scoperto i meccanismi della spesa storica (cioè che ogni anno al Sud arrivano miliardi in meno per la spesa pubblica; la spesa storica praticamente prevede che siccome in passato si era speso arbitrariamente di più per alcune regioni e di meno per altre, si continua di anno in anno a fare così).

Grazie a questa spesa storica succede che comuni che hanno la stessa popolazione, ricevono fondi così tanto diversi per la spesa pubblica che d’acchito verrebbe da chiedersi se siano due comuni dello stesso Stato (magari si chiamano ambedue Reggio… soltanto che uno sta in Emilia-Romagna, una delle regioni che riceve in assoluto di più, e l’altro sta in Calabria, una delle regioni che riceve in assoluto di meno).

PS per quelli che erroneamente pensano che i PIL regionali giustifichino tutto ciò, rispondiamo che il PIL regionale è una cosa che esiste come esiste la linea dell’Equatore (cioè vogliamo dire che è un indicatore astratto).

I cittadini pagano le tasse allo Stato e non alle regioni o ai comuni (se non per una parte effimera)… e lo Stato, per legge, dovrebbe ridistribuire i fondi in modo equo procapite.

Per fare un esempio, Berlusconi risiede ad Arcore. È il più grande contribuente italiano, ha versato diversi miliardi in tasse negli anni.
Questo vuol dire che Arcore ha un PIL più alto degli altri comuni limitrofi di Monza Brianza e che quindi i cittadini di Arcore producono più degli altri?
I cittadini di Arcore sarebbero più virtuosi?
No, semplicemente Berlusconi risiede lì e incrementa in modo determinante questo “insieme immaginario” del PIL di Arcore.

Il fatto che in una regione ci siano cittadini più facoltosi non può in nessun modo giustificare che si abbia una spesa pubblica più alta in quella regione. Sarebbe come dire che lo Stato dovrebbe spendere di più per i più ricchi e di meno per i più poveri (semmai dovrebbe essere il contrario), cioè sarebbe come dire che i cittadini non sarebbero tutti uguali di fronte alla Legge (e di fatto ad oggi è così purtroppo).

Bisogna poi considerare come e perché alcune regioni negli anni siano diventate così tanto più ricche.

Per decenni con i soldi di tutta Italia sono state costruite infrastrutture unicamente al Nord; cosa che ha ovviamente consentito un grande sviluppo e un notevole indotto economico in quelle regioni.
Per fare un esempio molto semplice, basti pensare che in Lombardia ci sono più linee ferroviarie e treni che in otto regioni, che sommate fanno il 41% del territorio; parliamo di: Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise e Sardegna tutte insieme.

Insomma questo ha comportato la logica conseguenza che per fare impresa bisognasse essere residenti al Nord (spesso grossi imprenditori sono anche meridionali che per avere successo sono costretti a spostarsi al Nord, dove ci sono le infrastrutture necessarie allo sviluppo della propria azienda).
In tutto questo però non c’entrano le amministrazioni locali (poiché questo genere di infrastrutture che abbondano al Nord sono state costruite dallo Stato; quello stesso Stato che non le ha costruite al Sud).

Gli amministratori delle regioni del Nord, con grande faccia di bronzo, sostengono di essere più bravi e che nelle altre regioni non si raggiungano gli stessi risultati perché sarebbero meno bravi o virtuosi.
In realtà nel 2019 ad esempio la Puglia è stata la regione più virtuosa d’Italia per la gestione della spesa pubblica (la Campania si è piazzata al quinto posto). Praticamente, in proporzione ai propri fondi, la Puglia ha speso meglio, con buona pace di Zaia.

La domanda da porsi una volta ottenute queste informazioni è: cosa avverrebbe con le autonomie differenziate senza prima aver stabilito i LEP?

Si legalizzerebbe definitivamente questo furto ai danni del Sud.

Prendere atto che alcune regioni ricevono di più e “quindi” stabilire per legge che debbano ricevere quei fondi, è un po’ come dire che poiché statisticamente ad oggi gli uomini guadagnano di più delle donne, allora dovrebbero guadagnare di più per legge.

Sappiamo che, nel settore privato, a parità di mansione le donne guadagnano meno degli uomini.

Ciò avviene perché le donne sono meno brave?

Ovviamente no.

Ciò avviene perché viviamo in una società con un forte retaggio maschilista, che ha delineato questo sistema.

È chiaro che, in un sistema del genere, tendenzialmente saranno gli uomini ad avere posizioni di rilievo e questo li porterà a fatturare di più.

Sarebbe giusto dire che visto che fino ad oggi le donne hanno guadagnato di meno, allora debbano guadagnare di meno per legge?

Fondamentalmente con la spesa storica avviene questo. Si stabilisce che il Sud debba ricevere di meno perché è sempre stato così.

Questo comporta che ogni anno il gap aumenti.

È ora di cambiare le cose.

Voi che dite?

“Follia è fare sempre le stesse cose e sperare che la situazione cambi” (Albert Einstein)

Se fino ad ora avete votato centrodestra e centrosinistra con lo stesso risultato per il Sud, forse è ora di cambiare.

Vota un partito del Sud e per il Sud.

Segue un video che spiega la realtà con dei disegnini per bambini:

Segue una bellissima inchiesta di Report a riguardo, con le interviste ai protagonisti di questa vicenda (incluso Giorgetti che scappa via quando provano a intervistarlo):

Il federalismo fiscale e il sistema di distribuzione delle risorse ai comuni




Il ripopolamento della Calabria

REGGIO CALABRIA «Porre al centro del dibattito politico i calabresi, affrontare i loro problemi attraverso le proposte concrete e il dialogo. È questa la nostra missione politica e alla luce di ciò è da accogliere con grande soddisfazione l’approvazione all’unanimità della mozione che punta ad azzerare le tasse universitarie dell’Anno Accademico 2020/2021 per gli studenti calabresi fuorisede che decidano di trasferirsi negli Atenei calabresi. Si tratta di un importante risultato conseguito nell’esclusivo interesse della comunità». È quanto dichiara Marcello Anastasi, capogruppo di “Io resto in Calabria” in Consiglio regionale, commentando il voto unanime dell’Assemblea di Palazzo Campanella alla mozione n. 33 da lui presentata.
«La Calabria – ha detto Anastasi durante la seduta di Consiglio regionale tenutasi ieri – subisce un grave spopolamento che rischia, in un futuro non molto lontano, di diventare una desertificazione. Proprio attraverso la scuola e l’università è possibile frenare questo fenomeno facendo in modo che i nostri ragazzi rimangano in Calabria a studiare, anche perché l’offerta formativa e la qualità dei servizi dei nostri Atenei sono all’altezza delle migliori Università italiane. Come hanno già fatto con successo altre regioni del Sud, azzerando le tasse universitarie e promuovendo incentivi adeguati per i fuorisede che decideranno di trasferirsi in Università calabresi, oltre che assicurando misure in favore degli studenti già iscritti agli Atenei nella nostra regione, possiamo incoraggiare i ragazzi calabresi a restare qui a costruire il loro futuro».
«Tale iniziativa – ha aggiunto il capogruppo di Iric – può rappresentare un grosso sostegno non solo per l’economia delle famiglie degli studenti provate dalla crisi post Covid, ma anche un volano di crescita per tutte le attività commerciali coinvolte da un’eventuale maggiore presenza di popolazione universitaria, con benefiche ricadute economiche sul territorio».
«Con l’approvazione della mozione da me presentata il Consiglio regionale ha dunque impegnato la presidente della Regione e la Giunta a ricercare e adottare misure straordinarie che puntino a questi obiettivi. Durante la seduta di ieri ho inoltre suggerito di affrontare il problema del calo demografico offrendo nuovi servizi come le “sezioni primavera” nelle scuole dell’infanzia e prevedendo un bonus per le nuove nascite. Si tratta di proposte concrete – conclude Anastasi – che potrebbero consentire di trasformare la crisi in un’opportunità affinché siano gli stessi calabresi i protagonisti della rinascita della regione».




Sussidi sbagliati

Il fatto che nella repubblica italiana si finanzi con fondi pubblici un tipo di giornali tesi a denigrare il meridione d’Italia in spregio alla costituzione, e’ una stortura inconcepibile.

Libero e’ un giornale quotidiano rimpinguato a dovere da oltre un milione annuo, per sfornare melensaggini poggianti sulla negazione della questione meridionale e della questione legata ai sussidi alla disoccupazione: sebbene il direttore azionista della testata in questione, afferma tali fatti in mancanza di una laurea, diventa palese quanto il giornalismo sia vittima e ostaggio di professionisti con un mediocre tasso d’istruzione. E nell’etichettare i principali giornalisti come una combricca di “quasi ignoranti”, li si vuole scagionare dall’accusa di eccessiva faziosita’ nonche’ di occultamento della verita’; bensi’ coloro come Feltri che negano le problematiche e le loro colpe, che affliggono il sud Italia, che sminuiscono la questione salariale troppo vergognosamente bassa in Italia senza indagare non sui meri politici, per tali atti, ma sui loro “mandatari”; ebbene coloro che ragionano con logiche negazionistiche, incapaci di vedere le radici dei problemi e spolverarle, sono persone grette e ignoranti, i cui sussidi vanno dati per studiare anziche’ per esprimere stolide opinioni…