L’unico merito dell’Europa

L’Europa ha maciullato l’Italia a causa di un vortice prescritto legislativamente, di competitivita’ estrema con gli altri “inquilini” nazionali, previa messa in comune delle banche centrali e sanzioni ai paesi non rispettosi delle prescrizioni appunto europee. Odiernamente l’Europa ha inficiato ulteriormente i propri cittadini traslando la competizione agguerrita, alla Cina dall’infimo livello salariale e agli altri continenti scevri di diritti ed emolumenti accettabili per i canoni occidentali. Il siddetto jobs act non e’ altro che l’allineamento occidentale agli stipendi occidentali per consentire alle imprese europee ed americane-anche in Usa i salari sono in calo da trent’anni-di competere con le imprese orientali mediante una cesura al costo del lavoro, ma non una alle tasse ed all’Iva sempre esose. Inoltre a cio’ le oligarchie finanziarie e grand’industriali caldeggiano per ulteriori privatizzazioni infrastrutturali continuando a perdere competitivita’ e produttivita’ rispetto a Medioriente e Asia. Tali dati a difesa della Cina, in particolar modo, sono possibili grazie alla non completa privatizzazione della valuta, banca centrale e moneta cinese, diversamente dal contesto europeo ed americano.

L’Europa ha migliorato solo alcuni provvedimenti normativi, come nel caso italiano, come l’estensione dei contributi pubblici all’editoria anche agli edotori non di alto calibro ed a quelli del digitale, oppure nella proscrizione di adeguare e completare l’autostrada piu’ stretta d’Europa, ossia la Salerno-Reggio Calabria, con i canoni dimensionali e di percorribilita’ delle autostrade europee, asiatiche ed americane.

L’Europa ancora finanzia progetti di microimpresa che conseguentemente vengono lasciati marcire dallo stato oberato dalle gabelle europee sottoforma di speculazioni sul debito pubblico ormai ceduto all’Europa, alla stessa stregua della cessione italiana all’Europa, della propria disrezionalita’ monetaria, valutaria, finanziaria, la qual cosa obbliga l’Italia a definirsi erroneamente, sempre a corto di liquidita’. Tal questione e’ surrettizia giacche’ la penisola italiana continua ad essere la nazione piu’ prospera d’Europa.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Napoli Capitale e unica nicchia di cultura italiana

La carneficina dei giovani napoletani, meridionali in generale ed ancora italiani, ha una causa ben precisa: la diluizione della buona azione amministrativa patriottica in un connubio di subordinazione alla finanza speculativa ed alle multinazionali. L’unita’ d’Italia con il sud troncato delle sue ricchezze ed asset non e’ stata fomentata solo da italiani esterofili bensi’ dallo stesso strapotere finanziario apolide e grand’industriale transnazionale, antitetico allo sviluppo equo. Napoli ed il meridione pertanto continuano a versare in uno stato di penuria e blocco infrastrutturale pubblico, teleologici ad impedirgli di svilupparsi. Inoltre si assiste a veti incrociati, riguardo l’installazione di nuove infrastrutture e progetti similari, causati dalla volonta’ di mantenere benefici e posizioni di rendita, detenuti da privati e piccoli imprenditori. Veti e blocchi spacciati per immobilismo, sono numerosi in tutta Italia e non solo al sud, siccome le multinazionali e lo stato stesso pretendono di agire indisturbati per tutelare i propri interessi, a detrimento di cittadini ed imprenditori che magari si vedono sloggiare senza completi e puntuali indennizzi o alternative; questo e’ dato dalla “volonta’ di potenza” di quelle multinazionali che pretendono di dettare magari anche in Italia, le regole del gioco come fanno in altri paesi indigenti ma meno sviluppati e piu’ mansueti dell’Italia; il che si traduce in stallo e decrescita per comunita’ e territori. In tutto cio’ lo stato assiste orbato del proprio potere legislativo e finanziario per proteggere cittadini, imprenditori, e multinazionali, in quanto deve subordinarsi a quel mercato globalista in cui soggetti privati possono stampare moneta al suo posto e redigere decreti legge e nuove costituzioni giuridiche. In tale garbuglio lo stato viene bombardato da obblighi di pagamenti debitori verso le medesime multinazionali private di tipo finanziario e grande industriale, che lo deprivano del potere monetario per svolgere la propria mansione di garante della Costituzione.

Ora Napoli e la Campania sono i posti piu’ fittamente popolati d’Europa per cui costituiscono la panacea di imprese e commercianti che vogliono vendere e farsi notare da una massa ravvicinata e vasta di persone. Eppure Napoli, la Campania ed il meriodione intero, non usufruiscono delle risorse statali dovute in base al numero di abitanti, alla capacita’ produttiva, alla capacita’ fiscale ed al potere effettivo che detengono. Questo disastro si verifica per la decisione di quegli organi finanziari e grand’industriali privati, che pretendono di rendere Milano l’unica grande metropoli italiana, per mezzo della sua vicinanza ed interconnessione con le cittadine europee facoltose e le grandi capitali. Milano citta’ ha meno di ducentomila abitanti in piu’ della capitale in disuso del fiorente e defunto Regno delle due Sicilie. Ad onta del fatto che Milano oggi sia all’acme dello sviluppo e Napoli nel suo punto piu’ basso della storia recente. Ma Milano a sua volta vede interrotta ultimamente la propria rutilanza dallo stesso carnefice di Napoli-oligarchie finanziarie apolidi-seppure Milano sia piu’ produttiva e sviluppata dell’omologo centro cittadino limitrofo a Shangai.

Il meridione italiano insorge anche se in perenne declino economico e demografico, con illuminati imprenditori come l’artefice di Dr, molisano patriota che ad Isernia ha plasmato la sua magnifica officina meccanica in una azienda automobilistica iper richiesta in Europa; auto assemblate in Italia e componenti di qualita’ giapponesi, come il motore Mitsubishi, con interni sempre piu’ europei ed italiani. Dr e’ in espansione in Europa, con acquisizione di punti vendita in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda: figura Dr, l’unica azienda automobilistica completamente italiana, in seguito all’acquisizione della Fiat ad opera della Francia.

Napoli ed il meridione tuttavia, a differenza di Milano rimangono il bastione della cultura italiana fondata sulla amicizia, la famiglia, il territorio, la condivisione, i figli, i parenti, la piccola impresa, in maniera anticonformistica ai diktat sregolatori della vita, tutti business-oriented-dettati dal potere e assimilati da porzioni ingenti di Milano e di quel settentrione crescentemente dissimile all’Italia tradizionale. Quei diktat che innervano la societa’ subordinata al vero potere, che sono disgregatori di equilibrio, benessere e solidarieta’, e tacciano di provincialismo coloro che non vi si adeguano.

Il meridione d’Italia vede rastrellati miliardi illegalmente dalla criminalita’ organizzata, che li investe al nord ed all’estero, oltre alla dipartita dei fondi statali per l’equita’ territoriale, oggi devoluti al sud solo da parte dell’Europa. Il Sud ha visto volatilizzare un rapporto commerciale con Alibaba, maggiore impresa di commercio elettronico cinese, superiore ad Amazon, a causa della penuria di infrastrutture e della obsolescenza di quelle esistenti. Il meridione iposviluppato per avidita’ settentrionale, sottrae all’Italia due punti annuali di crescita annua, e non di certo a causa delle mafie! Dunque lo stato italiano va purgato dai suoi cancri che ne indirizzano politiche antidemocratiche ed antimeridionali, ossia gli organi finanziari e alto-industriali forestieri ed italiani, restaurando una banca pubblica a capacita’ monetaria infinita, per irrorare il territorio di soldi, sviluppo, e magari monete parallele all’euro ed al limite una moneta tutta meridionale impermeabile dal nord e dall’estero. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Ultima rapina al Sud

RECOVERY FUND? LA LEGA CI METTE SU LE MANI E METTE I PALETTI A DRAGHI: “NO ALLA PEREQUAZIONE TERRITORIALE”

Su cosa vi pare di essere in sintonia con Mario Draghi?
“Su un approccio verso le infrastrutture come fattore indispensabile di crescita. E poi, una visione del Recovery plan che non sia un sistema di perequazione territoriale come voleva Giuseppe Conte”.
Queste sono le parole del capogruppo leghista alla camera Riccardo Molinari . L’intervista, rilasciata al Corriere della Sera ( e dove sennò?) è l’apologia adulatrice e servile dell’ideologia (?) leghista che pur di ottenere ciò che pretende per diritto padano, cioè i 209 miliardi, mette dentro al calderone tutto ciò che si può: dall’atlantismo all’ILVA passando, udite udite, per l’europeismo. Una camaleontica Lega Nord che direbbe perfino di essere Topolino! Tuttavia, se conosciamo a menadito la Lega Nord e la sua ignoranza politica, non possiamo altrettanto dire (per lo meno non ancora) del Prof. Draghi in veste di Presidente del Consiglio. Quel che preoccupa è sentire parlare Molinari di sintonia.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Stampa e razzismo territoriale

Molti famigerati e avvenenti giornalisti e anchor man alla Massimo Giletti, stanno approfittando da troppo tempo ormai, della disinformazione generalizzata vigente in Italia. Per quanto la demagogia imperante di questo ibrido di politica e giornalismo lombardo, veneto, romagnolo di imprenditori, giornalisti e presentatori vanti unanimità nella condivisione italiana delle invettive antimeridionali, indagando sui punti che essi battono, si evincono ignoranza o malizia o faziosità.
Allora quando si attacca dagli studi televisivi milanesi o romani in cui si esprimono tali sedicenti professionisti della comunicazione, la
Calabria, la Sicilia e la Campania per inefficienza amministrativa ed eccessivo numero di impiegati pubblici, si omette che: il maggior numero di impiegati statali in relazione agli abitanti, è maggiore nel nord Italia intero; le assunzioni pubbliche ora procedono a passo spedito nel settentrione italiano, anzichè nelle regioni del Sud. La Calabria, la Campania, la Sicilia, la Puglia e la Basilicata, massimizzano le capacità e la presenza di impiegati pubblici, per ovviare ai disservizi scaturiti dalla politica antimeridionale, che tuttora depriva il sud di infrastrutture e collegamenti propedeutici alla creazione di ricchezza e sopratutto lavoro.
Infine certe regioni meridionali, quelle esecrate dal propagandismo leghista mediatico come la Puglia, sono più virtuose nella spesa pubblica delle deficitarie Liguria, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Cò nonostante i fondi per gli asili nido ed il sostegno alla spesa, sono stati da sempre tagliati nelle regioni infangate dal racket malavitoso, a favore delle inette succitate regioni, su cui i giornalisti, i conduttori e l’informazione tacciono. E con un dato significativo quanto mai occultato, ovvero: il settentrione vede meno o nessuna uccisione per mano dei sicari della malavita, giacchè la classe imprenditoriale è altamente corrotta e connivente, con tali organi criminogeni. Per contro le frequenti ribellioni al sud Italia, nei confronti della malavita, hanno causato morti proprio perchè nel sud c’è stanchezza, nell’ambito di questa forzata convivenza con le mafie, che drenano risorse da Napoli in giù, e le reinvestono da Roma in su. Ma il dato allarmante è che lo stato unitario di matrice torinese che ha dato i natali all’Italia, ha istituzionalizzato i sistemi criminogeni che vessano dapprima il meridione ed ora, progressivamente, l’italia.
Quando poi si asserisce che la capitale dei sinistri stradali in Italia sta a Verona che mantiene basse le tariffe assicurative del settore auto, si spieghi il motivo per cui Napoli è costretta a vedersi ancora alti i prezzi della rc auto, per finanziare il benessere di quelle regioni che oggi vogliono l’autonomia nel drenaggio e nel godimento, di capitali di tutti gli italiani. Ancora in proporzione le tasse maggiori vedono ancora il sud -italia primeggiare, e non un cenno da parte dei vari Giletti o dei
“malavitosi” del sistema mediatico italiano, e mondiale… https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Sviluppo sotterraneo e parcheggi antieconomici

Un grande deterrente allo sviluppo ulteriore dell’industria automobilistica in Italia, è dato dalla effettiva riduzione degli spazi dedicati al parcheggio dei veicoli. Siccome è scontato il settore automobilistico quale fattore immutabile di sviluppo economico, risulta vitale sul piano manageriale, realizzare degli ampliamenti di spazio sotterraneo da destinare a macchine, moto e quanto di ingombrante per la viabilità e la buona convivenza Metropolitana. Insomma un modello “New York” a buon mercato per sgravare i cittadini da prelievi fiscali crescenti, sottoforme di multe. Inoltre è liberatorio nonchè esteticamente più piacevole vivere le città ed i borghi non orbati dalla costante e dannosa presenza di mezzi di traspoerto ovunque. E con l’istituzione di spazi sotterranei molteplici, massimizzazione dei siddetti “bassi” da affittare a qualche automobilista sprovvisto di posto auto provvisorio, il tutto darebbe uno slancio effettivo all’economia trainata dalla tutt’ora sofferente edilizia. Oltre a liberare spazi cittadini, a ridurre l’inquinamento ed il fenomeno dei parcherggiatori abusivi, la capillare diffusione di parcheggi sotterranei gratuiti riporterebbe le città alla bellezza antica declinata però con il modernismo dello sviluppo.
Certo per consentire in maniera semigratuita per gli utenti, un modello di sviluppo del genere, urgerebbe intensificare il prelievo fiscale diretto alle multinazionali forestiere, non di molto, ma senza evasori sequipedali a pesare sull’erario; così le città ed i borghi, oltre ai cittadini, riassaporerebbero una moderna fase rinascimentale imperniata sulla bellezza, oltre che funzionalità e gratuità…




I trucchi sconosciuti della spesa dell’Italia

Bisogna pur capire ed affrontare in maniera legittima il tema della rivendicazione di spendere la maggior parte del gettito fiscale prodotto nelle proprie regioni, da parte delle regioni che appunto hanno una maggiore concentrazione di sedi fiscali di aziende nella propria terra. E’ tuttavia inconcepibile il fatto che in Italia i distretti produttivi siano stati invertiti in maniera totalistica a favore della zona settentrionale, nell’arco di poco piu’ che centocinquanta anni. Prima la questione della industria era affare sopratutto meridionale, con conseguente gettito fiscale odierno superiore al sud. Ed e’ stato raggiunto, tale traguardo, con la scelta miope e deliberata, di escludere le imprese meridionali dalle gare di appalto per la pubblica amministrazione finche’ appunto la questione delle industrie per la produttivita, non diventasse di pertinenza quasi esclusiva per il nord.

Un paese civile ovvierebbe a questo problema mediante un piano di costruzione infrastrutturale, aziendale e formativo, che foraggiasse il meridione in guisa diversa da ora. Ora infatti il meridione d’Italia e’ assistito ma non aiutato, in quanto non vi e’ interesse ad avere un’Italia duale ed in competizione casomai. Cosi’ si arriva alla degenerazione attuale in cui una parte d’Italia, in cui si spendono tremila euro in piu’ per cittadino rispetto all’altra parte d’Italia, reclama giustamente una porzione maggiore del gettito fiscale proveniente dalle sue imprese. Tuttavia si occulta la necessita’ di non assistere piu’ la parte meridionale d’Italia la quale e’ solo un mercato di sbocco per la parte settentrionale, bensi’ di dotarla di infrastrutture adeguate alla parte settentrionale d’Italia per garantirne uno sviluppo adeguato.

A conti fatti entrambe le estremita’ dello stivale italiano avrebbero il diritto/dovere di spendere la stessa somma, maggiorata rispetto ad oggi, per i singoli residenti. Cio’ tuttavia non avviene a causa di volonta’ politiche e manageriali che fanno dell’Italia detentrice della parte piu’ ricca d’Europa e di quella al contempo piu’ povera; il che e’ paradossale vista l’esigenza di usufruire di maggiori risorse fiscali da parte del nord, e maggiore sviluppo autonomo da parte del sud.

La prima cosa da fare al fine di unificare l’Italia sarebbe togliere il pareggio di bilancio dalla costituzione che impedisce di spendere in maniere illimitata al fine dello sviluppo da un lato, e uscire dall’euro al fine di ricreare la siddetta moneta Fiat, ossia positiva e illimitata che oggi si adopera solo a favore della finanza, anziche’ a favore delle imprese e dei cittadini come accadeva fino agli anni ottanta. Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




I separatismi e i loro rimedi, nel mondo

Nel sistema “mondo” odierno vi sono innumerevoli fermenti separatistici da parte di nazioni di “oppressori” e di “oppressi”. Da definire oppressori come minoranze di popolazioni che dispongono di maggiori infrastrutture e denaro, oppressi sono invece parti o minoranze anche cospicue numericamente, della stessa nazionalità dei siddetti “oppressori”. Mentre è celebre il caso del meridione italiano, zona più povera d’Europa in antitesi con il settentrione italiano, che invece risulta la più ricca in Europa, vi sono in America californiani e texani che lavorano ad una dipartita dai propri connazionali settentrionali, i quali a differenza dell’Italia sono molto più ricchi degli omologhi appunto, installati al nord. Poi i baschi ed i fiamminghi nel Belgio non fanno che sommarsi alla lunga lista mondiale che include i barcellonesi che vogliono la cesura dal resto della Spagna.

Diventa ora paradossale, alla luce dei numeri economici che fanno della Germania la nazione più sviluppata in Europa, a sua volta continente più ricco al mondo, che vi siano i tedeschi dell’est che hanno subito un trattamento analogo ma meno feroce, degli italiani del meridione, da parte dei tedeschi dell’ovest. E nonostante gli investimenti fatti dalla Germania occidentale in favore di quella un tempo separata dal muro di Berlino, siano numerose volte maggiori degli aiuti del nord al sud Italia, sono sorti comitati che reclamano il benessere maggiore dell’epoca veterocomunista, che vedeva la Germania dell’est di fatto annessa all’ecosistema russo.

Sul piano manageriale dunque, cosa va attuato al fine di porre fattivamente rimedio a questo sistema mondo oligopolista che vuole l’omogeneizzazione verso un degrado capitalistico che vede super ricchi e super poveri all’interno di una stessa realtà nazionale? La Silycon Valley patria della plutocrazia informatica vuole separarsi dall’America settentrionale e provinciale oberata di violenza, ignoranza e bigottismo? L’Italia settentrionale vuole fuggire dal paese italico con il malloppo dei soldi drenati al sud dall’unità italiana col sacco bancario e con il seguente racket malavitoso che vi investe, al nord? Si proceda pure, come per la Germania ovest che ha annesso le fabbriche della Germania est e pagando la desolata popolazione tedesca orientale quanto i paesi satelliti della Russia? Si faccia dopo il pagamento cash o in dilazioni decennali, di tutti i danni economici da annessione. In Italia i danni perpetrati dal nord verso il sud ammontano a trecentosessanta miliardi di euro, che farebbero trentasei miliardi annui per dieci anni, i quali restituirebbero lo sviluppo bandito da centocinquant’anni dall’unità d’Italia. Infine dare autonomia monetaria svincolata dallo strapotere centralizzato alle realtà statali vessate dalla depredazione economica e mineraria di parte più sviluppate del loro stesso Stato, sarebbe salvifico per l’economia mondiale. Allorché sciiti e sunniti afgani alla stregua di indiani del bangladesh confermano il principio di diseguaglianza fra abitanti della stessa nazione, suddividere gli stati mondiali con il pagamento dei danni e l’autonomia monetaria, darebbe linfa vitale all’economia mondiale, in antitesi all’omogeneizzazione oligopolistica, che ha negato il principio di divisione del rischio, in caso di refuso, per scongiurare una rovina irreparabile. Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




Ursula Von der Leyen: Obiettivo distruzione Italia

La signora teutonica di nome Ursula piantata in auge al parlamento europeo si e’ contraddistinta presso il suo stesso paese, in passato, per aver affermato in guisa quasi spudorata, di voler fare appropriare dagli istituti di credito le riserve auree degli stati bisognosi di finanziamenti. Rintuzzata tale linea dura dai propri colleghi di governo in Germania, con l’attuale presidente del parlamento si e’ palesata apoditticamente l’intenzione da parte della finanza speculativa internazionale, di fagocitare l’Italia ai fini di un suo spaesante appunto, ridimensionamento.

Il management della politica si sta giustamente interrogando e tutti occorrerebbe farlo, sulla fondatezza e veridicita’ delle definizioni internazionali che poggiano sulla necessita’ di riforme strutturali per l’Italia, giacche’ essa viene dal 2011 imputata come paese poco incline ad adeguare il proprio tessuto sociale a quello europeo mediante le riforme strutturali.

L’obiettivo della finanza internazionale che ha imposto la signora Ursula sul massino scranno decisionale europeo, sta nel cercare di appropriarsi delle riserve auree dell’Italia, detentore al contempo del terzo maggiore debito pubblico mondiale, del terzo maggiore risparmio privato al mondo e del terzo maggiore potere industriale demografico ed economico, come paese europeo non allineato alle realta’ euro-americane poggiate sulle suddette riforme strutturali. Siccome le riforme strutturali sono indicate come l’alternativa alla presa delle riserve auree per i paesi siddetti indebitati, va asserito il concetto alla base di riforme strutturali, ovvero privatizzazione assoluta dei servizi in favore alla finanza speculativa per erodere i risparmi privati, il cedimento delle principali aziende di stato per gli stessi finanziatori internazionali, alla stregua di quanto e’ avvenuto in Grecia.

Siccome il sistema sanitario italiano e’ ancora il piu’ virtuoso del mondo, sarebbe managerialmente eccellente tutelare aziende pubbliche ed anche le grandi aziende private, mediante paracadute statali come nel caso della Fiat non ancora del tutto non italiana; cosi’ come vanno bloccate le vendite di realta’ importanti o di media importanza, ad operatori esteri, in antitesi a quanto accaduto per Bulgari, Giugiaro. E cio’ diviene categorico anche per le realta’ imprenditoriali di comprovata eccellenza futura, al fine di difendere l’Italia a livello geeconomico, e far si’ che non si denigrino certe famiglie ricche e potenti per i guadagni sostenuti dalla mano statale per le proprie imprese, giacche’ la storia futura rema contro l’Italia.

Infine integrare il meridione italiano non solo culturalmente, bensi’ con riforme strutturali, adesso si, che rendano il meridione ricco di infrastrutture non solo informatiche, gioverebbe l’Italia come nazione sotto scacco dalla finanza internazionale e dai concorrenti industriali europei che hanno l’obiettivo di destabilizzarla.

Berlusconi stesso fu deposto dalla finanza, che ora punta sulla signora Ursula per nebulizzare l’attuale governo ed attuare riforme strutturali mendaci che puntano alla privatizzazione di tutto ed alle annessioni industriali, anziche’ alle vere riforme strutturali che si sostanziano nel rendere il meridione ugualmente dotato sotto tutti i punti di vista, del settentrione, alla entrata dello stato nella valorizzazione e sostegno delle imprese importanti. E alla luce del divieto dell’entrata statale nel salvataggio e gestione industriale, viene in modo incrociato occultato il dato che la Deutche bank sara’ salvata dallo stato, e la Renault, terzo gruppo mondiale dell’auto, e’ posseduta per il 15% dallo stato francese. Sottointeso infine, quel principio che vede nel salvataggio statale di grandi medie o piccole ma strategiche realta’ industriali, anche un’ entrata permanente e ciclicamente reversibile dello stato, nell’azionariato di tali aziende. Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




La metafora di Napoli che coinvolge Italia ed Europa

Questo cui si allude e’ il mastodontico stadio San Paolo di Napoli riammodernato per le Universiadi del 2019; lo stadio in questione fu progettato binariamente al ben piu’ importante Olimpico di Roma, se nonche’ visse periodi aurei dello sport italiano e napoletano, ma sopratutto fece parte di un primato nazionale dal punto di vista dell’impiantistica sportiva. In tal caso tutte queste parole sono coniugate al passato giacche’ il San Paolo obsoleto, diruto degli ultimi anni, e’ deittico della mentalita’ e azione manageriale appannata da parte della politica italiana; la quale guarda solo in direzione nord e suffraga una decrescita “infelice” di quella che dovrebbe tornare ad essere un hub del futuro demografico ed economico del mondo, ossia l’oriente mediorientale e l’Africa. Mentre prima dell’unita’ Napoli era solo una capitale europea statica rispetto ai fermenti economici europei, dunque volontariamente isolata nel proprio benessere, oggi nel sistema dell’interconnessione digitale, economica e sociale, Napoli riveste un ruolo rinnovato: il punto di riferimento ipotetico di ventura esplosione africana e mediorientale scevra di sbarchi clandestini ma ricolma di collaborazione ed interscambio. E’ pertanto vitale per l’Italia suffragare tale rinnovato ruolo di Napoli, quale baricentro di dinamismo orientale ed africano in favore dell’Italia e dell’Europa, con l’esplosione demografica che contraddistingue i territori limitrofi a Napoli. Dunque il San Paolo del recente passato, trasandato, deve poter essere scongiurato per sempre, data la potenza demografica che rende Napoli terzo polo abitativo italiano, ad onta della continua emigrazione giovanile e depauperazione economica sopratutto meridionale. Dunque dotare Napoli e il meridione di ingenti infrastrutture alla stregua del San Paolo e manutenerle diviene vitale non piu’ solo per l’Italia ma per l’Europa, grazie alla vocazione internazionale di Napoli ed al fatto che il futuro economico e sociale del mondo, passa per le lande vicine al meridione, di cui Napoli rimane principale citta’. Quando invece si asserisce sulla evasione fiscale napoletana, va negato tale assunto in base ai dati recenti statistici che, in rapporto alle condizioni socio-economiche e infrastrutturali, non solo Napoli, ma tutto il meridione di Italia, paga maggiori tasse del settentrione italiano; pertanto la crisi meridionale e dunque italiana, si sostanzia in un cane che si morde la coda… Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




Assassinio programmato dalla bce

Si, questa e’ una reminiscenza di una foto reale che ritrae uno sgombero di abitazioni in cui vivono degli zingari: fa rabbrividire questa icona mnemonica di rigore eccessivo nei confronti degli indigenti, dei piu’ deboli, e sopratutto della volonta’ di acculturamento e della lettura. Questo la dice lunga sul fatto che i dati riguardo il consumo di libri, il loro acquisto, il sedimentare la cultura, siano incresciosamente bassi. Ne’ un minore puo’ essere sottoposto legittimamente a difficolta’ come questa rammentata, allorche’ si rende la sua vita ben piu’ difficoltosa di quanto non sia gia’. I ghetti hanno decapitato il mondo, e tali smobilitazioni come nel caso dei rom, sono fenomeni controproducenti da non generare, alla stregua di quello altrettanto importante nel non reiterare, ossia il continuare a non dare casa agli italiani in difficolta’ per affidarla a famiglie straniere. Solo la vanita’ decapita le soluzioni pertanto e’ un errore marchiano non allascare i cordoni della spesa nazionale per scongiurare episodi come questo nella mia “foto” mentale, in cui e’ palese quanto le minoranze e gli stranieri vanno inseriti senza recidere gli spazi vitali dei residenti; e sopratutto senza limitare il denaro dei residenti. Infine la lettura per l’infanzia e’ lo stratagemma per salvare l’umanita’ futura dalla schiavitu’ informatica che massifica e globalizza gli individui. Dunque gli stessi limiti di spesa degli stati nazionali diventano l’ostacolo principale affinche’ la lettura per l’infanzia sia implementata. Beninteso quanto cio’, ovvero l’abbattimento dei limiti di spesa in favore della lettura per bambini come in questo ricordo, l’integrazione delle minoranze, l’attribuzione di case per gli italiani, non siano spese da finanziare con le tasse, bensi’ con il deficit degli stati. Il quale deficit non e’ un debito giacche’ gli stati indebitati sono sinonimo di ricchezza immessa nell’economia; gli stati non si indebitano come gli individui in quanto direttamente e indirettamente detengono l’economia e l’emissione di moneta. Anche in Europa e’ cosi’ in base al fatto che la banca centrale europea emette moneta come uno stato, in modo infinito se vuole, senza indebitare se stessa o gli stati. Solo che attualmente i soldi creati dalla bce vanno in finanza, non in economia, il che e’ deleterio ed impedisce agli stati di svilupparsi e fare in modo che foto come questa nel ricordo personale, siano finzione anziche’ realta’. Cosi’ l’integrazione delle minoranze e degli immigrati adesso gia’ in Italia sarebbe possibile senza impedire agli italiani di guadagnare dignitosamente. Alla stessa stregua i dati di lettura e l’incremento culturale italiano, ugualmente alla disaffezione da social network, sarebbe realta’. Tutto grazie ad una diversa modalita’ di funzionamento della bce che consentirebbe un rinsaldamento effettivo dell’Europa per mezzo di ricchezza sottoforma di deficit e debito senza che sia debito classico… Maglietta donna artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, dipinta e disegnata manualmente casual chic; 30€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.