Lo scandalo ferroviario Nord-Sud

PERCHÈ LE OPERE PUBBLICHE AL SUD FANNO RUMORE? LA TRAGICOMMEDIA DELLA FERROVIA ADRIATICA E ALTRE STORIE

di Raffaele Vescera*
“Fa più rumore una scorreggia fatta a Napoli che una bomba esplosa a Milano”. E’ un detto ormai proverbiale per denunciare la scarsa attenzione dei media italiani verso quanto di clamoroso accade al Nord nel campo del malaffare, al contrario del rilievo sovrabbondante che viene dato a quello del Sud, bollato come Gomorra. Eppure i numeri diffusi dal ministero degli interni parlano chiaro: le città con il tasso di criminalità più alto sono tutte al Nord, a partire da Milano, seguita da Rimini, Bologna, Venezia, Firenze, Genova, etc. Per trovare la prima città meridionale bisogna scendere a metà classifica, Napoli dopo il 30° posto. Ma queste sono altre storie.

Quanto invece oggi ci sta a cuore, è l’ennesima decisione di impedire la costruzione del raddoppio di binario ferroviario sulla linea adriatica al Sud, tra Foggia e Pescara, dove un tratto di 27 km tra Lesina e Termoli è ancora fermo al binario unico inaugurato 157 anni fa. Un binario unico che obbliga i treni a fermarsi alla stazione precedente per permettere il passaggio del convoglio proveniente in senso inverso, con attese che possono a volte superare il quarto d’ora, laddove oggi, da Bologna in su, in 15 minuti i Tav a 300 km l’ora fanno 75 km di strada. Senza dire che nel caso di lavori urgenti da farsi su quel vecchio binario meridionale, triste e solitario, la circolazione si può bloccare per giorni interi.

Quale sarebbe la causa del nuovo impedimento alla costruzione del secondo binario e perché la realizzazione, pur finanziata dal 2001 è ferma da vent’anni? Farebbe troppo rumore. Sic! “La sottocommissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente ha chiesto a Rfi alternative progettuali in termini di tracciato meno impattanti sul territorio e verso la popolazione: nella relazione è evidenziata «l’inopportunità di risolvere il problema esclusivamente attraverso il sistema delle barriere, unanimemente ritenuto inadeguato. È opportuno che Rfi ponga in essere ulteriori opzioni risolutive innovative».” Insomma, il nuovo tracciato risulterebbe insopportabilmente rumoroso per gli abitanti.

Eppure chi conosce quella zona sa che tra la cittadina di Lesina, dove peraltro il binario passa ad alcuni km di distanza, e Termoli, non vi sono centri abitati. Il vecchio binario, sempre triste e solitario, corre tra piatti campi di grano con rare masserie e disabitate pinete marine. Allora chi disturberebbe il rumore del ciuf ciuf elettrico in quelle desolate campagne? Ah, sì, altro pretesto tirato fuori lo scorso anno, il rumore arrecherebbe fastidio all’uccello fratino, tipico di quelle zone. Tanto sostiene il ministero dell’ambiente e cotanto parere deve osservare Ferrovie dello Stato.

Confesso la mia tarda età. Quaranta anni fa, fermo a Termoli per una precedenza da dare a un treno proveniente da Foggia, giovane insofferente, domandai a un anziano capostazione il perché di tanta attesa. “Se ne parla dagli anni ’20, ma io credo che noi il doppio binario, non lo vedremo mai.” Mi rispose quell’uomo profetico.
Dunque, pur di non disturbare l’uccello fratino, anziché affiancare il secondo binario a quello esistente, si è progettato una deviazione del percorso, dal costo aggiuntivo di 170 milioni di Euro, per portare il binario nella valle del Biferno, che a detta del ministero a causa del rumore diventerebbe una valle dell’inferno, pur per gli scarsi abitanti del luogo, stante che l’intero Molise conta meno abitanti della sola città di Bari.

Il commissariamento dell’opera per valenza strategica nazionale ed europea, no? Eppure, si è fatto in Val di Susa, dove i binari attivi sono quattro e sottoutilizzati, e la devastazione ambientale con la costruzione dell’inutile e dannoso tunnel, dal costo astronomico di 12 miliardi di euro, va avanti, fregandosene delle proteste degli abitanti, represse con manganelli e galera. Eppure anche il terzo valico ligure (ne esistono già due) tra Milano e Genova, dall’altrettanto inutile, dannoso e dall’astronomico costo di alcuni miliardi di Euro per risparmiare pochi minuti di viaggio, va avanti indefesso. (Qui mi risparmio una battuta volgare.)

In conclusione, al Nord si deve investire purchessia, per volare sui binari in concorrenza agli aerei, al Sud invece ogni pretesto è buono per non spendere un centesimo e bisogna continuare a viaggiare a mezza velocità, in concorrenza alle diligenze del tempo andato. Bari-Reggio Calabria in treno? Dalle 8 alle 14 ore, fino a 4 cambi, sulla linea ionica per 450 km. Trapani Siracusa in treno? 11 ore con tre cambi per 360 km. I conti della velocità fateli voi. In mezzo c’è lo Stretto di Messina, con un ponte fantasma progettato da decenni. Ma questa è un’altra storia.
*direttivo nazionale M24A-ET

Su
https://movimento24agosto.it/perche-le-opere-pubbliche-al-sud-fanno-rumore-la-tragicommedia-della-ferrovia-adriatica-e-altre-storie/




Tradimento nell’alto tradimento

POLITICO MERIDIONALE. ASSERVIMENTO AI PADRONI DEL PARTITO UNICO DEL NORD. RAPPRESENTANZA E TUTELA DEL SUD: VALORI NON PERVENUTI

*Alfredo Falletti
Sig. Politico meridionale,
il rispetto nei confronti dell’istituzione parlamentare mi rende impossibile utilizzare appellativi diversi quale incipit di questa mia nota di protesta e vergogna.
Dopo le recenti votazioni in Parlamento ho constatato l’operato dei componenti meridionali del Parlamento, fatte le sparute e debite eccezioni, il suo paradossale e vergognoso livello di asservimento agli interessi del nord e ai diktat delle segreterie che compongono il Partito Unico del Nord oltre a riconoscere il più basso livello storico di rappresentatività e tutela degli interessi del Sud.
Forse per difendere una posizione che Vi garantisce prebende e privilegi, Vi siete prestati a svendere la Vostra gente ed il Vostro territorio.
Non avete neanche minimamente tenuto in conto le espresse indicazioni dell’U.E. che ha riconosciuto a questo Governo ed a tutti gli altri precedenti una precisa natura discriminatoria nei confronti del Sud, tanto da precisare come ed in che ambito dovessero essere spesi i soldi del Recovery Fund: roba da sprofondare per la vergogna, ma Voi…figurarsi!
Grazie ad elementi come Voi il Sud viene saccheggiato, derubato, mortificato da settant’anni; “parlamentari” meridionali corresponsabili di questo palese razzismo, di questa evidente discriminazione, di questo divario ormai patologico tra nord e sud.
Avete decretato che questo divario sia ancora più marcato e che la Sicilia sia, nei fatti, una terra “altro rispetto all’Italia”. Una sorta di colonia d’oltremare.
Siete corresponsabili con il Governo più antimeridionalista della storia di questa Repubblica gravemente inadempiente in termini costituzionali; muti e allineati innanzi a coloro che hanno raccolto l’eredità precedente ed hanno condannato – voi con loro – venti milioni di persone ad essere sempre più “non-italiani”.

Ma una cosa non potrete fermare: il tempo.
Arriverà il tempo in cui verrete a blaterare promesse e menzogne ed a questuare voti.
Arriverà il tempo in cui si dovrà esprimere un voto.
…ciascuno di voi, uno per uno dovrà rispondere a delle domande quali “dove eravate quando i Vostri padroni hanno deciso e votato per distruggere ancor di più il Sud?”; “Cosa avete fatto quando avreste potuto fare qualcosa per la Vostra gente e per la Vostra terra e non avete fatto?”; “Perché avete preferito l’indifferenza e l’omertà al coraggio?”.

Non ci sono alibi che tengano, né interessi superiori quali alibi.
Non ci sono scuse per aver voltato le spalle ai nostri figli ed al loro futuro; ai nostri sogni; alle nostre vite.
Ce ne ricorderemo.
Il Sud sta recuperando la memoria e si sta riappropriando della sua dignità e si ricorderà di Voi, di ciascuno di Voi.

Alfredo Falletti
Terrone Siciliano con ottima memoria.

*Movimento M24A Equità Territoriale – SICILIA

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Il Recovery fund tutto al nord a causa di Conte

Banchi Covid Campania A differenza di molti, credo che l’ultimo decreto tenga in considerazione il fatto che il virus gira più nelle abitazioni e nei contesti familiari rispetto ad altre dinamiche come i bus ed i mezzi di trasporto dove tutti utilizzano le precauzioni.
Non comprendo però perché il Governo, invece di attendere che scoppi l’epidemia, non imponga lo smart working, dove possibile, per alleggerire la circolazione di persone sui mezzi pubblici.
Obbligandolo a tutti gli Enti, che comunque si sono già adeguati tra mille polemiche sindacali.
C’è anche un altro dato di fatto che dovrebbe essere preso in considerazione e riguarda le scuole e le università. Dove possibile è necessario applicare obbligatoriamente la Didattica a Distanza.
Questo Governo, come tutti gli altri, ha cavalcato l’emergenza in modo sbagliato. Non c’era bisogno dei 30 miliardi del Mes per acquistare macchine e ventilatori per far fronte all’epidemia che era prevedibile secondo molti, seppur parliamo sempre di numeri bassi.
Perchè il Governo in questi mesi non ha assunto gli operatori sanitari necessari per far fronte all’emergenza?
Perchè non ha attivato i posti di Terapia Intensiva promessi?
Ha acquistato con 3 miliardi i banchi a rotelle, su cui sono favorevole e lo sapete, ma non comprendo perchè, invece di potenziare la Dad, ha optato per una soluzione manuale in un momento dove l’automazione può aiutare a ridurre i contagi.
Detto ciò, l’altro giorno è stata pubblicata una grafica dell’ANAC che DEFINIRE RIDICOLA è davvero POCO.
La regione Campania risulta la prima per spesa per paziente COVID. Una cifra abnorme di 75.000 euro per singolo paziente. Tutti a gridare allo scandalo…
De Luca ha dimostrato ancora una volta con il senno di poi di essere stato previdente. Ha speso in un momento di calma quanto la Lombardia per far fronte successivamente ad una emergenza che oggi ha numeri lombardi.
Questa si chiama visione e se molti di voi non comprendono questa cosa, vi auguro di non entrare mai in politica.
C’è solo una domanda a cui vorrei una risposta. I soldi della Regione, 300 milioni, sono stati spesi o sono stati impegnati?
Perchè le cliniche private mi dicono non hanno ricevuto ancora i soldi per la disponibilità di posti letto data nei primi mesi dell’emergenza.spesa per malato e fatti




Ponte sullo Stretto e governo ipocrita

PONTE SI’, NO, NI. INTANTO TIRANO FUORI L’ENNESIMO BLATERARE INDETERMINATO PER UN “INNOMINATO”: IL PONTE SULLO STRETTO

*Alfredo Falletti
Garantire un’infrastruttura stabile e veloce dello Stretto di Messina realizzando opere adeguate e mezzi idonei e sostenibili…”.
Sei tonnellate di documenti tecnici, calcoli, progetti, valutazioni ed aggiornamenti; un progetto definitivo per il quale si potrebbero aprire i cantieri nel giro di pochissimi mesi per un’opera fondamentale e strategica per il progresso sociale, economico, culturale del meridione e del Mediterraneo; il riconoscimento di somma utilità pure da parte della Germania e del nord Europa e ancora ci si ostina nella indicazione astratta di quel “soggetto” che ha un suo…nome e cognome: Ponte sullo Stretto – per gli “amici” soltanto Ponte – e si persevera nell’utilizzare espressioni sibilline perché nei fatti ed in piena malafede NON stanno facendo riferimento al Ponte che, è bene ribadire, è un’opera ormai cantierabile ed ufficialmente approvata e soprattutto aggiornata tecnicamente per materiali e metodologie costruttive pure rispetto alle precedenti versioni anch’esse approvate.
Espressioni astratte ed in malafede che fanno semplicemente riferimento ad UN’INFRASTRUTTURA STABILE ma non a QUELLA struttura chiamata “Ponte” e quindi si potranno sempre aprire nuove questioni che dovranno essere oggetto di valutazioni, rivalutazioni, proposte, commenti e quindi riprogettazioni, in un perverso gioco dell’oca in cui il Del Rio o la De Micheli di turno, passando sopra al Provenzano di turno rimetteranno tutto in gioco ripartendo dal via.
Val la pena ricordare che non più di qualche giorno addietro il Ministro per l’Economia Gualtieri avrebbe rimandato comunque ogni decisione ai prossimi cinque anni.
In tutta questa telenovela di bassissima qualità per attori e sceneggiatura, risalta l’assenza di ogni segno di vita da parte di quei deputati meridionali prostrati ai malleoli dei boss di partito, incapaci di prendere una posizione netta e pretendere che questa entità astratta non sia ancora una volta presa nel mezzo di un perverso carosello.
Una considerazione (pessima)concerne i 38 Deputati del Movimento 5 Stelle che stanno al loro posto grazie ai voti ottenuti in Sicilia ed i 28 eletti in Calabria: erano presenti soltanto in due, uno per regione ed hanno preso la parola contro la realizzazione del Ponte.
Andranno a questuare i voti, questi soggetti, in Sicilia e Calabria. Sappiano che il Sud ricorda i loro nomi e cognomi perché sta recuperando la memoria e si sta riappropriando della propria dignità.
Questueranno voti e blatereranno false promesse come falsi sono loro, servi del Partito Unico del Nord e di questo criminale sistema nord centrico, razzista, discriminatorio al quale hanno venduto la loro gente e il loro territorio.
Ma possono star certi che il Sud li ricompenserà adeguatamente tutti e già un idea dovrebbero essersela fatta alla luce dei miseri risultati raggranellati ultimamente.

*Movimento M24A Equità Territoriale – SICILIA

https://messina.gazzettadelsud.it/articoli/politica/2020/10/12/stretto-di-messina-documento-votato-in-commissione-alla-camera-garantire-struttura-stabile-e-veloce-ace5bd05-8f72-4807-9fa2-bc8071f01419/




Strategia Europa e Italia vs Sud Europa e meridione italiano

Una nazione si costruisce in maniera organica, al fine di non dare adito a squilibri economici, sociali, culturali: l’Italia a due velocita’ di oggi rientra in un disegno finanziato e perpetrato dai soggetti che tutt’ora inquinano il mondo ai fini della propria invasione, di sottosviluppo interno con la creazione di una colonia cui fare acquistare i prodotti impedendogli di produrli; medesima contingenza realizzata con l’Unita’ d’Italia. L’unico modo per sviluppare in modo organico ed equilibrato un territorio e’ quello di dotarne l’intera estensione, delle medesime infrastrutture. Produrre e vendere in guisa agevolata, sfruttando la perizia professionale con la creazione di flussi di cassa, necessita di infrastrutture adeguate, quelle che odiernamente mancano al Sud o nei paesi piu’ indigenti. A tutto Tondo nasce per svelare gli inceppi del meridione italiano, causati dalla melensaggine settentrionale, con l’intento di agevolare l’Italia, unificarla a scapito solo dell’Europa. L’Europa mossa dalle stesse forze e famiglie che hanno orchestrato l’invasione e lo sfruttamento del meridione italiano, e che vive sfruttando l’Italia alla stessa stregua di come l’Italia vive sfruttando il suo meridione. Approfondimenti sul canale Youtube Francesco Paolo Tondo, la pagina Facebook Francesco Tondo, il profilo Twitter Tondo Francesco, quello di Linkedin Francesco Paolo Tondo, quello di Instagram Tondofrancescopaolo.




La guerra delle universita’ del Sud

RAGAZZI, TORNATE DAL NORD A STUDIARE NELLE UNIVERSITA’ DEL VOSTRO SUD

Di Lino Patruno*

  • , chi resta rinasce. Ragazzi che studiate in università del Nord, tornate al Sud. E altre Regioni meridionali imitino quanto fatto in Sicilia: un contributo di 1200 euro per ogni rientro. Sarà sempre meno facile continuare a fare i fuorisede. Sarà sempre più difficile per le famiglie sostenere le spese per mantenere i figli fuori. E se già diecimila giovani siciliani (su 57 mila) hanno accolto l’appello, ci pensino tanti altri se lo stesso incentivo sarà imitato nel resto del Sud.. Ora più che mai non fa bene al Sud disperdere risorse né talenti. E le università del Sud riaprano col nuovo anno accademico, visto quanto meno il Sud ha cicatrici da virus. Il Sud può consentirsi di smetterla con le lezioni a distanza.
  • Scontato che l’iniziativa siciliana non piacesse ai rettori del Centro Nord. Nessuno vorrebbe rinunciare a iscrizioni nel momento in cui il dopo-Covid fa temere un loro calo ovunque di almeno il 20 per cento. Hanno parlato di , cioè concorrenza giocando al ribasso delle tasse. Ma tralasciando il del quale beneficiano da anni, grazie agli iniqui criteri che le avvantaggiano nell’attribuzione dei fondi statali. E di certe classifiche a loro favore già ampiamente denunciate per dolo, ma che orientano le scelte di tanti ragazzi del Sud a svantaggio delle università del Sud non seconde a nessuno a parità di mezzi.
  • I criteri di spesa del Fondo unico nazionale impoveriscono le università del Sud non solo di sedi e laboratori e biblioteche, ma anche di , cioè corsi e docenti. Scatenando una da parte del Nord, venite da noi che abbiamo di più. Un accaparramento favorito dalla mancanza di equità e che accentua il divario. Aggiungendovi anche gli effetti collaterali, non solo prendersi ragazzi perché la loro formazione è stata pagata dal Sud. Ma di prendersi ma anche tutta la loro spesa per vivere fuori. Tre miliardi all’anno, ha calcolato la Svimez.
  • L’iniziativa siciliana tende a eliminare la discriminazione di partenza, ti diamo noi quanto lo Stato non dà. Legittima difesa a favore di ragazzi che devono essere messi nella condizione di poter competere alla pari con gli altri. E che come gli altri devono, nell’interesse di tutti, poter contribuire allo sviluppo della loro terra non solo di quella altrui. Specie mentre anche i decreti di rilancio penalizzano ancòra una volta il Sud che già lo era. Perché non puoi ritenere di essere equo se dai lo stesso aiuto al ricco e al povero. Più che equità, è truffa.
  • E a settembre si torni in classe nelle scuole del Sud, e si torni in aula nelle università del Sud perché al Sud il virus è stato combattuto meglio.
  • Altri al Sud dovrebbero seguire l’esempio della Sicilia. Più che l’ennesima occasione per continuare a penalizzare il Sud, l’epidemia deve essere l’occasione per tenersi a casa quei giovani ora costretti a spopolarlo e impoverirlo. Che vogliano rimanere, lo dimostrano i diecimila ragazzi siciliani che torneranno indietro. Non sono molti ma neanche pochi. Sono soprattutto un piccolo grande inizio di qualcosa.
    *direttivo nazionale M24A-ET



Blocco tav Palermo-Trapani

LA FERROVIA PALERMO – TRAPANI NON SI DEVE FARE
PER IL MINISTERO DELL’AMBIENTE I TRENI DIESEL SONO MIGLIORI DI QUELLI ELETTRICI

*Alfredo Falletti
Non è stato sufficiente un periodo di oltre un anno per accorgersi che mancava altra documentazione alla già copiosa documentazione fino ad allora prodotta perché si potesse procedere a far fare un balzo in avanti di quarant’anni ad un collegamento ferroviario indispensabile tra Palermo e Trapani; un treno che nessuno prende proprio perché lento, antiquato ed inaffidabile.
Oltre un anno per richiedere documenti che trovano risposta su quelli già prodotti, ma soprattutto sulle indicazioni date da RFI che afferma che “non si rilevi nessuna interferenza tra il tracciato ferroviario e le aree Natura 2000″, ovvero con le aree sensibili identificate come Siti di Interesse Comunitario (SIC) o come Zone di Protezione Speciale (ZPS) ed appositamente perimetrate”.
Senza per altro considerare che, come ampiamente evidenziato da persone esperte e competenti senza tema di smentita di siciliainprogress.com la mancata elettrificazione costringe non soltanto ad un collegamento con vecchi treni diesel, ma la mancanza di alternativa costringe coloro che hanno interesse e necessità di muoversi sul territorio interessato dalla ferrovia, a farlo con auto, camion, mezzi propri che aggiungono inquinamento a quello causato dai treni diesel.
E con buona pace di esperti e competenti, lo impone il semplice utilizzo di logica e raziocinio.
Emblematico poi è l’aspetto della documentazione da produrre secondo il perfetto sistema burocratico che potrebbe facilmente far pensare ad un boicottaggio; il binomio “documentazione complicatissima da produrre” e “tempi quasi impossibili da rispettare” e nel frattempo sulle strade che potrebbero essere abbandonate da camion ed automobili fanno il bello ed il cattivo tempo le linee di autopullman private con il loro business d’oro e che, provvidenzialmente, si sostituiscono alla mancanza ed inaffidabilità dell’alternativa ferroviaria.
Certo che se non si credesse alle coincidenze, ci sarebbe da pensar male…

*Movimento M24A Equità Territoriale – SICILIA

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=719283332266090&id=167490897445339

http://siciliainprogress.com/




Progetto ripopolamento Sud

PROGETTO ITACA: SEI CERVELLI PRONTI A TORNARE AL SUD
Si tratta di trasformare una vasta area dell’Irpinia,in un “laboratorio diffuso” dedicato alla smart mobility, ossia al mondo innovativo della mobilità intelligente.

Citiamo un passo dell’articolo: “Che cosa ci faranno e come vivranno qui gli «oltre 200 ingegneri che verranno da tutto il mondo a popolare la zona»? La domanda sarebbe stata legittima nel secolo scorso, quando Cristo oltre Eboli non andò. Oggi è piuttosto peregrina. Con la diffusione del World Wide Web su scala planetaria, come sostengono molti osservatori a cominciare da Pino Aprile nel suo libro Mai più terroni, il Sud non è più Sud, viverci non sa di ghetto e tornarci diviene prospettiva allettante. Nell’era di internet, il Mezzogiorno interno ha smesso di essere un’anomalia, ha smesso di essere considerato una sporgenza desolata del Paese protesa verso l’arretratezza e la marginalità. La disperante dimensione della separatezza è evaporata e al suo posto sorge il desiderio (la nostalgia?) di un mondo più pulito, più tranquillo e più armonioso in cui insediarsi”




Trasporto aereo post covid e danni al sud

COMPAGNIE LOW COST KO, COSÌ IL SUD RESTA ISOLATO
(di Gianni Molinari)

C’è uno studio di un centro di ricerca dell’Università di Bergamo che meglio di ogni altra spiegazione può far capire quanto pericolose per il futuro dell’economia del Sud siano le attuali manovre nel mondo del trasporto aereo con il salvataggio di Alitalia, i vincoli alle compagnie low cost e il sostegno «zero» agli aeroporti.
L’Iccsai (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry) spiega che «malgrado un Pil in riduzione tra l’inizio e la fine del decennio, il trasporto aereo ha fatto registrare un tasso di crescita annuo in termini di numero di passeggeri pari al 3,9 per cento. In dieci anni l’aumento complessivo è stato del 47,3 per cento». Ed aggiunge «la maggiore crescita dal 2009 al 2019 è avvenuta per gli aeroporti delle Isole (+43,1 per cento) e del Sud Italia (+73,6 per cento). Ciò evidenzia la funzione del trasporto aereo di fornire accessibilità a territori altrimenti periferici e caratterizzati dalla sostanziale assenza di mezzi di trasporto sostitutivi. Evidenzia, inoltre, la sua essenzialità per sostenere lo sviluppo del turismo nelle medesime aree».
Quella maggiore crescita di cui parla il centro di ricerca è tutta collegata allo sviluppo delle reti delle compagnie low cost che hanno messo in piedi network con collegamenti diretti point-to-point permettendo di raggiungere direttamente le principali città europee riducendo significativamente i tempi di viaggio.
Cioè – com’è capitato per Napoli – collegamenti diretti tra medie città hanno attivato flussi di turismo costanti, anche in periodi che una volta non avevano grande attrazione.




Come anche nel post Covid si borseggia il Sud

ATTENZIONE!
Comunicato Stampa del Direttivo Nazionale M24A – ET

“PER UNA CORRETTA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE DEL RECOVERY FUND”
Questa settimana si deciderà il futuro del Mezzogiorno. Purtroppo, ancora una volta, il Parlamento sottrarrà al Sud 73 miliardi di euro dei fondi del Recovery Fund destinandoli al Centro-Nord, fregandosene dei criteri di ripartizione che la Commissione Europea ha stabilito per gli Stati membri.
Probabilmente, considerata la materia, non tutti i cittadini, e di conseguenza non tutti i parlamentari, sono a conoscenza di questi criteri.
Per semplicità di comprensione da parte di tutti, cercheremo di spiegarli in modo semplice.
La Commissione Europea con il Next Generation EU (comunemente chiamato Recovery Fund) ha stanziato in totale 750 miliardi per superare la crisi economica derivante dalla pandemia (per superare la crisi economica e non per ripagare delle vittime della pandemia).
Nella ripartizione dei 750 miliardi di euro tra gli Stati membri ha definito tre criteri:
1) Popolazione
2) Reddito pro-capite
3) Tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni
In base a questi criteri all’Italia sono stati attribuiti 209 miliardi di euro (la fetta più importante dell’ammontare totale).
Nello specifico se il criterio fosse stato soltanto quello della popolazione l’Italia avrebbe ricevuto soltanto 97,5 miliardi di euro. Tutto il resto (111.5 miliardi di euro) è stato attribuito all’Italia perché il Mezzogiorno ha un reddito procapite medio di 17 mila euro rispetto ai 33 del Centro-Nord, e un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al 7,6% del Centro-Nord.
Se le risorse del Recovery Fund assegnate all’Italia sono ben maggiori rispetto al solo criterio della popolazione (più del doppio) lo si deve assolutamente alle condizioni economiche della popolazione del Mezzogiorno, per cui sembra ovvio che il 70% delle risorse complessive (calcolato in base ai tre criteri sopraccitati) debba andare al Mezzogiorno.
Purtroppo, questa ovvietà non è così per il Governo nazionale e per alcuni esponenti di rilievo del partito democratico che vogliono assegnare al Mezzogiorno il 34% delle risorse (e c’è pure andata bene!!).
Da parte nostra faremo il possibile affinchè siano informati tutti i 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno e tutti i parlamentari del Sud che ancora non sanno che assistiamo all’ennesima rapina ai nostri danni, dopo quella che dura da vent’anni e che ci ruba 61 miliardi all’anno con il criterio della spesa storica.
Partiremo con mail bombing e azioni mirate ad informare il maggior numero di persone possibile. E daremo conto ai cittadini dei lavori parlamentari.
E se il governo non correggesse i criteri, chiederemo all’Unione Europea di non inviare all’Italia risorse che invece di ridurre le disuguaglianze, le aumentano.
Stavolta #NonUnPassoIndietro.

Il direttivo nazionale M24A-ET