Fuga dal Pd in America
“Non sarà un buon anno per i democratici”: Dimissioni nella Camera dei Rappresentanti al massimo da 30 anni. Una nuova analisi delle elezioni di midterm del 2022 dipinge un quadro cupo per il partito e la maggioranza sottile come un rasoio della presidente Nancy Pelosi, dato che il numero di membri democratici che si ritirano dalla Camera dei Rappresentanti ha raggiunto un massimo da trent’anni.
Secondo un rapporto di The Hill, il numero di democratici nella Camera dei Rappresentanti che non cercano la rielezione ha raggiunto un massimo da 30 anni. Ha detto che questo era “un triste punto di riferimento che riflette la frustrazione per lo stallo al Campidoglio, la tossicità delle relazioni tra i partiti e le sfide che i democratici affrontano mentre lottano per mantenere la loro sottile maggioranza”.
Il rapporto arriva in un momento in cui la rappresentante di New York Kathleen Rice ha annunciato questa settimana che anche lei non si candiderà per la rielezione, diventando così la trentesima democratica nella Camera dei Rappresentanti. Queste sono le dimissioni più massicce dal 1992, quando 41 membri del partito lasciarono il Congresso anche se gli elettori mandarono Bill Clinton, il loro candidato presidenziale, alla Casa Bianca.
The Hill aggiunge: ‘Secondo la Brookings Institution non partigiana, questa è solo la terza volta dal 1978 che uno dei due partiti ha avuto almeno 30 dimissioni in un singolo ciclo. L’ultima volta che è successo è stato quattro anni fa, nelle elezioni di metà mandato del 2018, quando 34 repubblicani si sono dimessi dalla Camera dei Rappresentanti. Questo è stato un triste segno delle cose a venire, con i repubblicani che hanno perso 41 seggi – e la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti – a causa di un’ondata di democratici ampiamente vista come un referendum contro l’allora presidente Trump”.
L’attuale esodo blu dal Congresso potrebbe anche essere visto come un “referendum” contro il presidente Joe Biden e il suo controverso vicepresidente Kamala Harris, e l’agenda di sinistra del loro partito:” Quest’anno, sono i democratici di Biden ad affrontare una situazione difficile. Tra gli indici di approvazione in calo di Biden, un’agenda politica in stallo al Congresso, la riorganizzazione dei distretti a livello nazionale e la tendenza storica del partito del presidente in carica che tende a perdere seggi nelle elezioni di metà mandato, le probabilità di vincere la Camera dei Rappresentanti sono sempre più a favore dei repubblicani. Aleggia cosi’ lo spauracchio di Donald Trump, corroborato da una neopiattaforma social di sua proprieta’ che gli consente di eludere i blocchi permanenti che gli hanno imposto i principali social network come Facebook e Youtube, in seguito ai disordini accorsi al Campidoglio lo scorso 6 gennaio.
Il celeberrimo costruttore americano di origini crucche, particolarmente osteggiato dalla politica americana tradizionale, a proposito di Biden ha additato gli alti gradi dell’esercito come restii a seguirlo ed attuarne le disposizioni, peculiarmente sulla questione Ucraina.
Da qui l’invettiva dei seguaci di Trump, sull’egida del loro idolo, contro l’esecutivo statunitense che costituirebbe una farsa e non in grado di minacciare la pace del mondo, in quanto i militari di alto calibro non intendono intervenire in Ucraina alla luce dei fenomeni economici ben piu’ gravi che depauperano societa’ ed industrie medio-piccole americane.
Il gruppo forte del partito repubblicano americano, capeggiato da Trump, accusa di corruzione l’ala politica ad esso interna, che durante la scorsa legislativa sia confluita nel voto anti-Trump, con le direttive del partito democratico.
In Italia invece le indagini a carico della fondazione “Open” di Renzi, sono in procinto di terminare; procedimenti contro l’esponente piu’ controverso ma incisivo del Partito democratico italiano che si e’ visto passare da un reddito iniziale di ventimila euro ad uno di mezzo milione ed oggi circa trecentomila euro, per mezzo di donazioni alla propria onlus nonche’ bonifici dagli Emirati Arabi presso cui svolge la mansione di conferenziere.
Critiche al pd italiano sono state sferrate recentemente dal segretario dei Comunisti italiani Marco Rizzo, definendolo il partito della Nato e delle banche, a causa rispettivamente del sostegno aprioristico alle esiziali iniziative belliche in terra ucraina, nonche’ la difesa incondizionata delle vigenti normative che si imperniano sul Fiscal Compact ed i parametri di Maastricht. In questo pantano il politico piu’ facoltoso d’Italia quest’anno e’ stato il membro del pd Enrico Letta, a sua volta scalzato da Renzi all’epoca della sua scalata all’apice della principale compagine politica di sinistra, accomunata con omologhi altrettanto coriacei presso le principali potenze economiche occidentali.